Presentati i risultati preliminari consolidati dell’esercizio 2020 del Gruppo Unipol

Il Consiglio di Amministrazione di Unipol Gruppo S.p.A., riunitosi ieri sotto la presidenza di Pierluigi Stefanini, ha analizzato i risultati preliminari consolidati dell’esercizio 2020. I risultati definitivi saranno esaminati dall’organo amministrativo in occasione della riunione prevista per il 18 marzo prossimo.

In un anno caratterizzato dall’insorgere dell’emergenza Covid-19, il Gruppo ha sostenuto importanti iniziative a favore della collettività, dei clienti, della rete distributiva agenziale e dei dipendenti.

Nel corso dell’esercizio UnipolSai ha donato alla collettività 20 milioni di euro destinati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Nelle aree più colpite del nostro Paese, Unipol, in stretto raccordo con le Autorità e la Protezione Civile, ha destinato tali risorse per incrementare la disponibilità presso le strutture ospedaliere di posti letto, in particolare di quelli adibiti alla terapia intensiva e sub- intensiva, e per l’acquisto di attrezzature sanitarie necessarie a fronteggiare il diffondersi dell’epidemia.

Per quanto concerne i clienti, il Gruppo ha istituito per i propri assicurati un servizio di consulenza medica sul Coronavirus tramite la Centrale Medica, operativa h24, di UniSalute. UnipolSai ha lanciato #UniSalutePerTe, copertura sanitaria per far fronte alle possibili conseguenze del Covid-19 offerta gratuitamente a tutti i clienti della compagnia.
UnipolSai ha, inoltre, creato un prodotto di tutela sanitaria #AndràTuttoBene, dedicato alle aziende per la protezione dei loro dipendenti, e ha promosso la campagna #UnMesePerTe che prevede la restituzione ai 10 milioni di clienti Rc Auto di un importo pari al costo di un mese della polizza in essere, attraverso un voucher da utilizzare al rinnovo del contratto.

Per quanto riguarda la rete distributiva agenziale, sono state adottate importanti misure di sostegno finanziario e di supporto all’operatività in condizioni di sicurezza. Si sono inoltre sviluppate modalità di relazione digitale con la clientela, con particolare riferimento ai sistemi di pagamento e alla firma digitale dei contratti.

Per garantire la salute di tutti i dipendenti del Gruppo, sono state adottate modalità di lavoro da remoto, attraverso soluzioni tecnologiche che in poche settimane hanno consentito a circa 9.300 persone di poter espletare la propria attività in lavoro agile, a partire da marzo dello scorso anno e ancora in atto. Nel corso del 2020, il Gruppo ha assunto 581 persone (372 in Italia) di cui 252 sotto i 30 anni.

Il risultato netto consolidato contabile è pari a 864 milioni di euro (-20,5% rispetto al 2019).

Il risultato netto consolidato normalizzato è pari a 905 milioni di euro, in significativa crescita (+23,6%) rispetto ai 732 milioni dell’esercizio precedente. Tale risultato, per il 2020, esclude gli effetti relativi al ricalcolo del badwill sulla partecipazione in BPER derivanti dalla diluizione della quota di partecipazione (passata dal 19,7% al 18,9%) a seguito dell’aumento di capitale di quest’ultima. Tale aumento di capitale si inserisce nel più ampio contesto dell’operazione tra BPER Banca e Intesa Sanpaolo, per l’acquisizione da parte di BPER di un ramo d’azienda, successivo all’acquisizione del controllo da parte del Gruppo Intesa di Ubi Banca. L’operazione prevede anche l’acquisto da parte di UnipolSai dei rami d’azienda riferibili alle compagnie assicurative partecipate da Ubi Banca. Il risultato normalizzato 2019, invece, esclude gli effetti straordinari del primo consolidamento di BPER a patrimonio netto e gli oneri non ricorrenti derivanti dagli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali, relativi al Fondo di Solidarietà ed altre forme di incentivazione all’esodo (pari a 66 milioni di euro al netto delle imposte).

Per tutte le informazioni dettagliate è disponibile il comunicato stampa in formato pdf

https://youtu.be/T6-li_iFRLU

 


I nuovi macro trend emergenti dell'Osservatorio Reputational & Emerging Risk di Unipol

Un presidio strutturato sui rischi emergenti e reputazionali con un approccio strategico e proattivo, volto ad anticipare i trend per prevenire i rischi emergenti e cogliere le future opportunità di business. Nato nel 2014 come uno strumento di protezione della reputazione e della strategia di Gruppo, l’Osservatorio Reputational & Emerging Risk di Unipol contribuisce alla costruzione e al rafforzamento dell’asset reputazionale e del posizionamento strategico nel tempo, generando un vantaggio competitivo e anticipando i trend futuri per cogliere nuove opportunità di business.

È stato recentemente reso disponibile il nuovo Quaderno dedicato ai Macro Trend Emergenti nel settore assicurativo. Questa edizione del Quaderno Macro Trend è particolarmente importante  perché si pone l’obiettivo di fornire una valutazione aggiornata dei principali trend emergenti che cambieranno la società, e il settore assicurativo in particolare, nei prossimi anni, analizzando anche gli impatti di una discontinuità epocale quale il Covid-19.

È infatti  strategicamente importante interrogarsi su quali saranno le conseguenze che l'attuale pandemia produrrà nel medio-lungo periodo al fine di comprendere se la crisi pandemica agirà come “potente acceleratore” dei macro trend in essere o se darà vita a una vera e propria metamorfosi. Dei segnali raccolti, è possibile iniziare a tracciare alcune linee evolutive.  Le analisi, allo stato attuale, confermano o che il Covid-19 più che dare vita a un nuovo mondo, accelererà fortemente le trasformazioni in atto.

Uno spazio particolare nel Quaderno 2020 è riservato all’altra emergenza, quella climatica, con impatti potenziali sulla nostra sopravvivenza ancora più dirompenti e reazioni a catena ancora più complesse e imprevedibili rispetto alla pandemia in atto. Al climate change sono infatti dedicati ben 4 temi “to watch”, dalla cronicizzazione degli eventi climatici alla transizione climatica fino alla produzione alimentare e alla natura e biodiversità, per ampliare lo sguardo e affrontare questa importante sfida in modo olistico e globale.

Il  Quaderno 2020 vede inoltre  l’ingresso nel Radar di due nuovi macro trend. L’”Economia Circolare” e la “Space Economy”.

Nel Quaderno 2018 era stata identificata la sostenibilità come parola chiave per i 5 anni successivi. Nell’edizione 2020 la sostenibilità è riconfermata nella sua centralità e imprescindibilità, trasformandosi sempre più da “nice to have” a “must have”, affiancata per il prossimo quinquennio dalla parola circolarità. Circolarità che è da intendersi innanzitutto come “una rivoluzione culturale”: l’adozione di un nuovo modello di pensiero, non più lineare e individualista, ma sistemico e relazionale, capace di abbracciare e gestire la complessità del mondo in cui abitiamo e affrontare le sfide che ci attendono.

Ecco il link per visualizzare il Quaderno 2020 dell l’Osservatorio Reputational & Emerging Risk di Unipol  in formato pdf


Unipolis: misurare il ruolo della Cultura per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

È possibile rendere visibile il contributo della Cultura alla realizzazione dall'Agenda 2030? A questa domanda è possibile trovare la risposta nell'approfondimento realizzato per conto della Fondazione Unipolis da Valentina Montalto. Uno strumento di lavoro e riflessione che analizza e traccia possibili percorsi sul tema a partire dalla pubblicazione Unesco “Cultura|Indicators 2030". Il volume, al centro dell'incontro  “Il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile" tenutosi in streaming il 30 novembre 2020, propone un approccio metodologico per misurare, monitorare e valorizzare il ruolo della Cultura nel raggiungimento degli SDGs 2030, sia come settore di attività a sé stante, sia come elemento trasversale, attraverso indicatori suddivisi per aree tematiche. La pubblicazione è scaricabile qui.

L'Agenda ONU rappresenta un'opportunità per il mondo culturale di sedersi al tavolo dei decisori, a patto che riesca a mostrare la propria capacità di “prendersi cura" delle Persone, del Pianeta e della Prosperità globale – i tre pilastri dell'Agenda 2030.

Cultura per lo sviluppo sostenibile: misurare l'immisurabile?" si compone di cinque parti:

  • ​la prima affronta la questione della misura, nell'obiettivo di sfatare il mito secondo cui “la cultura non si può misurare" senza allo stesso tempo nasconderne le criticità;
  • la seconda presenta gli indicatori proposti dall'Unesco, concentrandosi in particolar modo sulla loro ratio e sulle indicazioni metodologiche fornite per la costruzione degli indicatori;
  • la terza identifica alcuni nodi irrisolti e possibili piste di misurazione alternative o integrative;
  • le ultime due sezioni ribadiscono l'importanza di un investimento atto a produrre evidenze sul contributo della cultura allo sviluppo sostenibile (quarta sezione), suggerendo un percorso di azione che parta da una profonda comprensione del tema per poi passare a un piano di misurazione (quinta sezione).

Valentina Montalto è policy analyst presso il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea, dove sviluppa il 'Cultural and Creative Cities Monitor', uno strumento che permette di misurare e comparare l'ecosistema culturale e creativo di 190 città in Europa. Dal 2009 al 2016 ha lavorato come project manager a KEA​, società di ricerca e consulenza per i settori culturali e creativi, dove si è occupata di politiche e statistiche culturali europee, e di strategie e indicatori di sviluppo locale.


Terzo settore e giovani al Social Innovation Campus 2021

Ritorna il “Social Innovation CAMPUS” promosso dalla Social Innovation Academy di Fondazione Triulza al MIND Milano Innovation District dedicato al tema “Social Tech: la reazione per rinascere”. La seconda edizione si svolgerà il 3 e 4 Febbraio 2021 in modalità digitale e potrà essere seguita in streaming da tutto il territorio nazionale. Iscrizioni e approfondimenti sul sito web dedicato all'iniziativa.

Un appuntamento importante dopo il nuovo e difficile scenario economico e sociale tracciato dall’emergenza sanitaria e la necessità di mettere insieme tutte le migliori innovazioni ed energie per reagire: giovani e nuove generazioni di cooperatori, realtà del terzo settore e dell’economia civile, start-up e aziende tecnologiche, università, centri di ricerca, enti locali e imprese profit e sociali. Un ricco programma culturale su potenzialità ed esperienze di economia circolare, strategie di trasferimento tecnologico al terzo settore, strutture sociali e green per la rigenerazione e rilancio delle periferie, il ruolo della cooperazione nella competizione imprenditoriale, esperienze imprenditoriali dai giovani europei per il rilancio territoriale, cronache da paesi dove la sfida è ancora più difficile. Un palinsesto costruito in modo partecipato insieme alla ricca rete di fondatori e di partner di Fondazione Triulza. Questo evento è sostenuto tra gli altri dal Gruppo Unipol.

Di seguito il programma dell'evento di apertura. Qui il programma completo.

 


Emilia-Romagna sostenibile 2030: nato il nuovo coordinamento locale degli aderenti ASviS

Si è costituita  il 14 gennaio scorso “Emilia-Romagna sostenibile 2030", il coordinamento delle associazioni regionali aderenti all'ASviS  Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, con l'obiettivo di contribuire all'implementazione dell'Agenda 2030 dell'Onu a livello regionale, in sinergia e in linea con le numerose attività portate avanti dall'Alleanza a livello nazionale.

Sono 25 le associazioni e i soggetti aderenti, tra cui Fondazione Unipolis: Acli, Adiconsum, Africa Clean, AICCON, Anci, Arci, Cgil, Cia, Cisl, Confesercenti, Fondazione per lo sport del comune di Reggio Emilia, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Fondazione Terzo settore, Forum Rimini Venture (in corso di perfezionamento), Impronta etica, Ires, Legacoop, Libera, Nuove Ri-generazioni, Uil, Uisp, Unibo, Upi, Urban@it. Ciascuna associazione indicherà i temi specifici sui quali ritiene di poter dare il proprio contributo.

La presentazione del Coordinamento avverrà in un evento pubblico nel corso del quale verrà illustrato il Rapporto ASviS sui Territori 2020. In quella sede si discuterà delle iniziative da assumere per sviluppare operativamente i contenuti del recente Patto regionale per il lavoro e per il clima, ritenuto un importante punto di partenza per orientare lo sviluppo dell'Emilia-Romagna verso la sostenibilità.

Per informazioni potete contattare la referente per il Gruppo Unipol Giada Coffari.


Rapporto ASviS: Agenda 2030 riferimento strategico degli enti territoriali

 

L’Italia è ancora lontana dalla sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma sempre più regioni, provincie e città metropolitane guardano al futuro e pianificano le loro strategie usando l’Agenda 2030 dell’ONU. Lo si apprende dal nuovo Rapporto dell’ASviS “I territori e lo sviluppo sostenibile”, strumento unico e innovativo che misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) a 10 anni dalla scadenza del piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia. Il Rapporto descrive anche l’impegno delle istituzioni locali per disegnare e realizzare piani strategici in linea con l’Agenda 2030.

Con l’elaborazione di indicatori compositi per regioni e province relativi agli SDGs - che sintetizzano oltre 100 indicatori elementari riferiti al periodo 2010-2019, e di misure delle distanze dai Target previsti per il 2030 per città metropolitane e aree urbane, l’ASviS integra il Rapporto 2020 pubblicato a ottobremostrando il forte ritardo - aggravato dalla crisi pandemica - verso l’attuazione dell’Agenda 2030 e simulando l’andamento del Paese e dei suoi territori (regioni, province e città metropolitane) in chiave prospettica, sui prossimi dieci anni.

Con riferimento al raggiungimento degli Obiettivi entro il 2030, dall’analisi basata sulle tendenze degli ultimi anni emerge che l’Italia potrebbe riuscire a centrare i target quantitativi associati a tre Goal: Goal 2(Quota di coltivazioni destinate a colture biologiche), Goal 3 (Tasso di mortalità per le maggior cause) eGoal 16 (Affollamento degli istituti di pena). Un progressivo avvicinamento ai target quantitativi si potrebbe determinare in quattro casi: Goal 4 (Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione eQuota di laureati e altri titoli terziari), Goal 7 (Quota di energia da fonti rinnovabili) e Goal 13 (Quota di emissioni di gas serra), obiettivi principali del Green deal europeo. Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per i rimanenti 14 target quantitativi: Goal 1 (Quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale), Goal 2 (Uso dei fertilizzanti), Goal 3 (Incidenti stradali), Goal 5 (Parità di genere nel tasso di occupazione), Goal 6 (Efficienza delle reti idriche), Goal 8 (Tasso di occupazione 20-64 anni), Goal 9 (Spesa per ricerca e sviluppo), Goal 10 (Disuguaglianza del reddito disponibile), Goal 11(Qualità dell’aria e offerta del trasporto pubblico),  Goal 12 (Produzione di rifiuti), Goal 14 (Aree marine protette), Goal 15 (Consumo di suolo e Aree protette terrestri), Goal 16 (Durata dei procedimenti civili).

“Le analisi dell’ASviS mostrano chiaramente che l’Italia non è su un sentiero in linea gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e la crisi in atto impatta negativamente su ben nove di essi”, commenta il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini. “Per questo è necessaria e urgente una mobilitazione di tutte le energie sociali, civili, economiche e istituzionali del Paese ed è fondamentale l’impegno dei territori, e delle loro istituzioni, senza i quali non sarebbe possibile per il Paese raggiungere la sostenibilità economica, sociale e ambientale entro i termini stabiliti dal piano d’azione dell’Onu”

Oltre a fornire un’analisi dell’impatto della pandemia sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile per l’Italia, il nuovo Rapporto dell’ASviS presenta per la prima volta un quadro statistico integrato e una valutazione della situazione e delle iniziative in corso a livello di regioni, province, città metropolitane e aree urbane. Inoltre, viene fornito un quadro completo delle politiche nazionali per i territori (Piano Sud 2030, Strategia nazionale per le aree interne, ecc.) e delle iniziative assunte a livello regionale e dalle città metropolitane per programmare strategie integrate di sviluppo basate sull’Agenda 2030. Da tale analisi emerge un dato quasi paradossale: gran parte delle regioni e delle città metropolitane usano quest’ultima come riferimento concettuale e come strumento pratico per coordinare meglio le politiche settoriali di propria competenza, mentre il Governo stenta ancora ad allinearsi a questa impostazione, se non all’interno del Piano Sud 2030.

“In un momento storico, in cui il governo decide il futuro del Paese definendo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per accedere alle risorse del Next Generation Eu, abbiamo voluto offrire un quadro statistico unico e una visione prospettica sia dell’Italia sia dei territori chiamati a realizzare le politiche necessarie per contribuire a portare il Paese fuori dalla crisi nel segno dello sviluppo sostenibile”, sottolinea Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS che, con i suoi oltre 280 aderenti è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia per diffondere la cultura della sostenibilità e la conoscenza dell’Agenda 2030. “Il lavoro dell’ASviS fa emergere disuguaglianze, punti di forza e debolezza, ma soprattutto rivela, grazie all’analisi dei diversi territori, un’Italia attiva, resiliente e impegnata a realizzare il cambiamento, con risultati che in molti casi appaiono in grado di ridurre le distanze tra le diverse aree del Paese”.

Alla luce delle evidenze del Rapporto, il “Pacchetto di investimenti per lo sviluppo sostenibile delle città e dei territori”, elaborato dall’ASviS nei mesi scorsi, e le principali proposte di politiche economiche, sociali e ambientali illustrate del Rapporto 2020 di ottobre si confermano indispensabili per accelerare il cammino dell’Italia e dei suoi territori verso l’attuazione dell’Agenda 2030, soprattutto alla luce degli effetti della crisi in corso.

Per quanto riguarda le regioni, come si osserva nelle schede che seguono, gli indicatori compositi mettono in evidenza il loro posizionamento e andamento negli anni 2010-2019 per ogni Obiettivo di sviluppo sostenibile in relazione al dato nazionale, mentre gli indicatori relativi ai target quantitativi, oltre a misurare la distanza dai singoli obiettivi, ci dicono se, considerate le tenenze osservate negli ultimi anni, essi potranno essere o meno raggiunti. Ad esempio, oltre il 90% delle regioni e delle province autonome ha raggiunto o raggiungerà il 25% di superficie agricola utilizzata da coltivazioni biologiche; circa il 70% ridurrà del 25% rispetto al 2013 il tasso di mortalità per le principali cause tra i 30 e i 69 anni; oltre il 60% riuscirà a ridurre al 10% la quota di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (18-24 anni) e circa il 50% a raggiungere una quota del 32% di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia.

Di contro, oltre due terzi delle regioni e delle province autonome si sta allontanando o non si avvicinerà ai target relativi a: riduzione della quota di fertilizzanti distribuiti in agricoltura del 20% rispetto al 2018 e del tasso di feriti per incidente stradale del 50% rispetto al 2010); raggiungimento della parità di genere nel rapporto di femminilizzazione del tasso di occupazione (20-64 anni) e di una quota dell’80% nell'efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile; riduzione a 4,2 dell'indice di disuguaglianza del reddito disponibile; aumento del 26% dei posti-km offerti dal trasporto pubblico locale rispetto al 2004; riduzione del 27% dei rifiuti urbani prodotti pro-capite del rispetto al 2003; raggiungimento di una quota del 10% di aree protette marine; azzeramento entro il 2050 dell'incremento annuo di suolo consumato.

Il Rapporto presenta anche le mappe delle province relative ai 12 Goal per i quali sono disponibili informazioni sufficienti al calcolo di indicatori compositi. Infine, dedica un capitolo alle buone pratiche territoriali messe in campo da soggetti istituzionali e non, e al ruolo della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (Rus), prima esperienza di coordinamento e condivisione tra gli Atenei italiani (attualmente 78) impegnati sui temi della sostenibilità.

https://youtu.be/cRmYi3HjMMY


Forum regionale per lo Sviluppo Sostenibile. Le idee del CRU Unipol Liguria.

Sì è svolto ieri, giovedì 10 dicembre il Forum Regionale per lo Sviluppo sostenibile della Regione Liguria.

Questo primo forum costituisce l’inizio del percorso di costruzione condivisa con i portatori d’interesse delle modalità attuative della Strategia Regionale dello Sviluppo Sostenibile, che a breve entrerà nelle fasi finali di redazione. Come previsto dal nuovo modello di engagement degli stakeholder, sono state invitate a partecipare le aziende, le associazioni e i professionisti e tutti i soggetti pubblici e privati portatori d’interesse in diversi tavoli tematici.
L’obiettivo comune è quello di co-definire le azioni prioritarie da sviluppare relativamente ai macro filoni: Persone, Pianeta, Prosperità.

Per il CRU Unipol è intervenuto Mattia Rossi, presidente del CRU Liguria. "L'attività dei CRU si sta concentrando sulle aree interne e sulle aree svantaggiate delle città che nel prossimo futuro si dovranno per forza di cose adattare e reinventare. Sarà importante portare avanti dei progetti  nell'ottica della sostenibilità che siano caratterizzati dall'ampia partecipazione,  dal partenariato e della coprogettazione coinvolgendo istituzioni, stakeholder, associazioni di categoria e di rappresentanza "

Ecco il video del forum. L'intervento di Mattia Rossi a 2h49min.

 

 


La mobilità futura nelle idee dei ragazzi di O.R.A.

Continuano gli appuntamenti con i laboratori virtuali del Progetto O.R.A. - Open Road Alliance realizzati da Fondazione Unipolis con Cittadinanzattiva e CUBO - Museo d'impresa del Gruppo Unipol​.

Attraverso l'esperienza dei laboratori, le classi che stanno affrontando il percorso del progetto con gli insegnanti, ricevono spunti, suggerimenti e consigli utili per arricchire il loro ragionamento sulle dimensioni della mobilità sostenibile (economica, sociale, ambientale e della sicurezza) analizzate nel kit di moduli formativi a disposizione dei docenti.​​

Il laboratorio è inoltre un ulteriore strumento a disposizione delle classi in vista della realizzazione dell'elaborato che candideranno per il Manifesto della mobilità futura. Un Manifesto che si costituirà di principi che avranno sia valenza di denuncia rispetto allo stato della mobilità nelle comunità di riferimento dei ragazzi (le 14 città metropolitane), sia di proposta per una nuova visione che parta dai ragazzi e arrivi alle amministrazioni locali e alle istituzioni nazionali.

Il Manifesto di O.R.A. si comporrà di due versioni:

  • Una scritta che sarà elaborata con le riflessioni di tutte le classi, chiamate a ragionare sull'impatto della mobilità nella vita delle persone, sui vantaggi e le criticità dei modelli di mobilità sostenibile, sui fattori decisivi per la mobilità del futuro. E ancora i consigli che i ragazzi di O.R.A. daranno ai loro coetanei per incentivare comportamenti e stili di vita sostenibili, anche sulla strada.
  • Una multimediale realizzata con i linguaggi più disparati: podcast, reportage fotografico, fumetto, illustrazio​ne grafica, videoclip musicale, cortometraggio, mediometraggio. I nove elaborati multimediali migliori, che saranno stati in grado di tradurre le idee del manifesto scritto in un prodotto creativo, riconoscibile e unico, andranno a costituire la versione multimediale del Manifesto.

Nella prima parte del laboratorio, anche attraverso la visione di progetti di altri coetanei, i ragazzi di O.R.A. entrano nell'ottica di quello che gli organizzatori si aspettano da loro, come ambasciatori di una nuova idea di mobilità sostenibile. Guarderanno i video messaggi inviati dalle loro amministrazioni locali di riferimento, nei quali i ragazzi ricevono un vero e proprio mandato per ragionare su questi temi, con la promessa di ascoltare e analizzare le loro idee, nei momenti di restituzione del Manifestoalle comunità che si svolgeranno a fine progetto.

A seguire Silvana Paci, presidente dell'Associazione ANVU​ in rappresentanza delle​ polizie locali d'Italia, si rivolge ai ragazzi, focalizzandosi in particolare sul tema dell'incidentalità stradale tra i giovani. E con il contributo di Luca Studer, responsabile del Laboratorio Mobilità e Trasporti del Politecnico di Milano i giovani affrontano poi il tema della guida autonoma e connessa, con i vantaggi e le criticità di questa forma di mobilità. Nel laboratorio non manca l'ironia - con una bella dose di realtà - che arriva dai The Jackal con il video di Linear sulle cose più stupide che si possono fare col telefono.

Nella seconda parte la palla del laboratorio passa a CUBO, che attraverso una lezione interattiva fa immedesimare i ragazzi nel ruolo di utilizzatori della strada (in particolare automobilisti, pedoni, motociclisti) e stimola il confronto con un focus specifico sui concetti di attenzione e distrazione, attraverso sondaggi, una chat sempre aperta e un gioco che i ragazzi affrontano attraverso i loro avatar nella parte finale del laboratorio.

Sono già 80 le classi al quarto anno delle scuole secondarie di secondo grado che si sono iscritte ai laboratori, con 1.600 studenti. Il resto dei partecipanti al progetto avrà a disposizione fino a inizio febbraio 2021 per iscriversi e svolgere il laboratorio.

Entro il 15 marzo 2021 dovranno poi inviare il loro elaborato per il Manifesto. I 9 finalisti del progetto, avranno la possibilità di visitare gli spazi di CUBO a Bologna e la classe vincitrice tra i 9, votata dalle altre classi partecipanti al progetto, vincerà anche un premio in denaro di 3.000 euro.​​

https://youtu.be/L477qlq296o