Il Nuovo Codice degli Appalti


6 Giugno 2016|5 Minuti

Il nuovo Codice degli appalti, va detto senza riserve, presenta molti aspetti positivi. Anche se non dissolve una serie di preoccupazioni che abbiamo avuto modo di far presente ai decisori politici. La riforma compie significativi passi a favore degli artigiani e delle piccole imprese. Mi riferisco, in particolare, all’obbligo della suddivisione in lotti delle gare d’appalto, all’aumento del numero di operatori economici invitati alle procedure negoziate, al limite del 30 per cento della quota che può essere oggetto di subappalto, al pagamento diretto da parte della stazione appaltante dei subappaltatori nel caso siano micro e piccole imprese. Accanto a ciò registriamo alcune occasioni non realizzate. E’ il caso del mancato innalzamento della soglia per l’iscrizione obbligatoria alla Soa e alla mancata eliminazione dell’obbligo di verifica dell’incidenza della mano d’opera nel Durc”. Lo ha affermato il Presidente Nazionale CNA, Daniele Vaccarino, intervenendo alla tavola rotonda che si è svolta il 25 Maggio scorso a Genova su “Il nuovo Codice degli appalti – Quale accesso per le piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni?”.
Per Marco Merli Presidente di CNA Liguria “Un incontro utile perché le difficoltà per il nostro settore a partecipare alle gare di appalto sono molteplici. Nonostante la normativa europea preveda che, laddove sia possibile, tutti gli appalti debbano essere assegnati per lotti suddivisi ciò non avviene quasi mai e, anzi, si tende sempre più ad alzare la soglia degli appalti rendendoli avvicinabili solo dalle imprese di grandi dimensioni”. Tra gli altri elementi distorsivi del mercato, l’ormai costante presenza di “eccessivi ribassi d’asta anomali” o la tendenza al cosiddetto “spezzatino ovvero a ridurre un lavoro, potenzialmente di maggiori dimensioni, sotto la soglia dei 40 mila euro per poterlo affidare direttamente alle imprese amiche”. “Alcuni Enti dello Stato  presenti in Liguria hanno assegnato, lo scorso anno, gare con importi base di circa venti milioni di euro, ad imprese che hanno presentato ribassi del 56% e del 61%.. Un’anomalia, quella dei ribassi d’asta, che deve essere verificata anche per evitare possibili accordi nelle aggiudicazioni.”.

Al convegno hanno partecipato il presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) Raffaele Cantone, la vicepresidente della giunta regionale ligure Sonia Viale, il presidente di Cna Liguria, Marco Merli, Francesco Cozzi Procuratore Capo della Repubblica di Genova, l’Onorevole Raffaella Mariani relatrice del disegno legge delega del Governo sul recepimento delle direttive europee in materia di appalti pubblici e concessioni, gli Avvocati Carlo Golda e Gerolamo Taccogna.

CNA ha chiesto maggiori controlli sia da parte delle forze dell’ordine che dell’Anac, visto che il mercato degli appalti pubblici può essere “fonte di corruzione diffusa”. Poi, più risorse per Anac, definizione dei contratti sotto soglia, semplificazione di procedure e trasparenza sugli esiti di queste gare, suddivisione gli appalti in lotti per favorire l’accesso a micro e piccole imprese, ridefinizione del subappalto con adeguati standard qualitativi, regolamentazione di contenzioso e offerta anomala, elenchi di operatori validi per più enti pubblici, eliminazione delle soglie di fatturato per le gare, rivitalizzare gli Osservatori regionali appalti, evitare centralizzazioni esasperate, rivalutare l’autocertificazione per gli acquisti green e ridurre i costi di partecipazione delle microimprese al mercato pubblico degli appalti creando fondi per la formazione e le certificazioni di processi o prodotti.
Non si può certo pensare che sia il nuovo codice degli appalti da solo ad impedire la corruzione ma un buon codice degli appalti è uno strumento importante per il contrasto della corruzione“. Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone. “Il nuovo codice degli appalti – ha spiegato Cantone – prevede sicuramente l’abbandono del massimo ribasso che è un istituto apparentemente oggettivo e che avrebbe dovuto evitare la corruzione, invece ha rappresentato un meccanismo che ha consentito l’avvio di varianti infinite e ha creato tantissimi problemi“. “C’è una maggiore trasparenza – ha sottolineato – nell’utilizzo delle procedure di gara, soprattutto un maggiore controllo e possibilità di intervento da parte della autorità che potrà farlo in via preventiva, per esempio individuando le clausole attraverso i bandi. E’ un sistema articolato – ha concluso Cantone – che può in qualche modo rendere più complicato il meccanismo della corruzione“.


Il Nuovo Codice degli Appalti


CRU unipol|6 Giugno 2016|5 Minuti

Il nuovo Codice degli appalti, va detto senza riserve, presenta molti aspetti positivi. Anche se non dissolve una serie di preoccupazioni che abbiamo avuto modo di far presente ai decisori politici. La riforma compie significativi passi a favore degli artigiani e delle piccole imprese. Mi riferisco, in particolare, all’obbligo della suddivisione in lotti delle gare d’appalto, all’aumento del numero di operatori economici invitati alle procedure negoziate, al limite del 30 per cento della quota che può essere oggetto di subappalto, al pagamento diretto da parte della stazione appaltante dei subappaltatori nel caso siano micro e piccole imprese. Accanto a ciò registriamo alcune occasioni non realizzate. E’ il caso del mancato innalzamento della soglia per l’iscrizione obbligatoria alla Soa e alla mancata eliminazione dell’obbligo di verifica dell’incidenza della mano d’opera nel Durc”. Lo ha affermato il Presidente Nazionale CNA, Daniele Vaccarino, intervenendo alla tavola rotonda che si è svolta il 25 Maggio scorso a Genova su “Il nuovo Codice degli appalti – Quale accesso per le piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni?”.
Per Marco Merli Presidente di CNA Liguria “Un incontro utile perché le difficoltà per il nostro settore a partecipare alle gare di appalto sono molteplici. Nonostante la normativa europea preveda che, laddove sia possibile, tutti gli appalti debbano essere assegnati per lotti suddivisi ciò non avviene quasi mai e, anzi, si tende sempre più ad alzare la soglia degli appalti rendendoli avvicinabili solo dalle imprese di grandi dimensioni”. Tra gli altri elementi distorsivi del mercato, l’ormai costante presenza di “eccessivi ribassi d’asta anomali” o la tendenza al cosiddetto “spezzatino ovvero a ridurre un lavoro, potenzialmente di maggiori dimensioni, sotto la soglia dei 40 mila euro per poterlo affidare direttamente alle imprese amiche”. “Alcuni Enti dello Stato  presenti in Liguria hanno assegnato, lo scorso anno, gare con importi base di circa venti milioni di euro, ad imprese che hanno presentato ribassi del 56% e del 61%.. Un’anomalia, quella dei ribassi d’asta, che deve essere verificata anche per evitare possibili accordi nelle aggiudicazioni.”.

Al convegno hanno partecipato il presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) Raffaele Cantone, la vicepresidente della giunta regionale ligure Sonia Viale, il presidente di Cna Liguria, Marco Merli, Francesco Cozzi Procuratore Capo della Repubblica di Genova, l’Onorevole Raffaella Mariani relatrice del disegno legge delega del Governo sul recepimento delle direttive europee in materia di appalti pubblici e concessioni, gli Avvocati Carlo Golda e Gerolamo Taccogna.

CNA ha chiesto maggiori controlli sia da parte delle forze dell’ordine che dell’Anac, visto che il mercato degli appalti pubblici può essere “fonte di corruzione diffusa”. Poi, più risorse per Anac, definizione dei contratti sotto soglia, semplificazione di procedure e trasparenza sugli esiti di queste gare, suddivisione gli appalti in lotti per favorire l’accesso a micro e piccole imprese, ridefinizione del subappalto con adeguati standard qualitativi, regolamentazione di contenzioso e offerta anomala, elenchi di operatori validi per più enti pubblici, eliminazione delle soglie di fatturato per le gare, rivitalizzare gli Osservatori regionali appalti, evitare centralizzazioni esasperate, rivalutare l’autocertificazione per gli acquisti green e ridurre i costi di partecipazione delle microimprese al mercato pubblico degli appalti creando fondi per la formazione e le certificazioni di processi o prodotti.
Non si può certo pensare che sia il nuovo codice degli appalti da solo ad impedire la corruzione ma un buon codice degli appalti è uno strumento importante per il contrasto della corruzione“. Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone. “Il nuovo codice degli appalti – ha spiegato Cantone – prevede sicuramente l’abbandono del massimo ribasso che è un istituto apparentemente oggettivo e che avrebbe dovuto evitare la corruzione, invece ha rappresentato un meccanismo che ha consentito l’avvio di varianti infinite e ha creato tantissimi problemi“. “C’è una maggiore trasparenza – ha sottolineato – nell’utilizzo delle procedure di gara, soprattutto un maggiore controllo e possibilità di intervento da parte della autorità che potrà farlo in via preventiva, per esempio individuando le clausole attraverso i bandi. E’ un sistema articolato – ha concluso Cantone – che può in qualche modo rendere più complicato il meccanismo della corruzione“.