Fortore - Molise - ANIMAZIONE e FORMAZIONE

ANIMAZIONE e FORMAZIONE

Molise | Area Fortore

Anche per il Fortore l’obiettivo prioritario individuato è la creazione di nuove imprese.

Il progetto promosso in questa prima fase è promosso da Legacoop e sostenuto da Coopfond e si chiama ALL’interno e prevede interventi di animazione necessari a far emergere asset e progettualità presenti nel territorio, stimolando poi la nascita di attività, indirizzando, affiancando e supportando i nuovi imprenditori. A questa prima azione se ne aggiungeranno altre, in particolare collegate alla formazione, alla costruzione di competenze diffuse per lo sviluppo territoriale.

Il Fortore sarà poi il territorio per la sperimentazione di servizi di welfare di comunità con il sostegno a progettualità già in via di definizione da parte dei comuni. In particolare il comune di Riccia ha promosso interessanti azioni per il benessere degli anziani e nuove forme di medicina territoriale che vanno verificate e sostenute. Il Fortore sarà inoltre pilota per alcuni modelli proposti dall’azione trasversale Community.

Novità e aggiornamenti sul progetto

Obiettivi sviluppo
sostenibile

Gruppo di lavoro

Donato Campolieti
Presidente CRU Molise


Chiara Iossu
Legacoop Molise


Pietro Testa
Sindaco di Riccia


Salvatore d’Amico
Sindaco di Jelsi


Michele Frattino
JastMO – Unicalab


Gianluigi Granero
Coopfond

Michela Fanelli
Consigliera Regionale Molise


Elena Torri
CRU Unipol



Nebrodi - Sicilia - OSPITALITA’ DIFFUSA E COMMUNITY

OSPITALITÀ DIFFUSA E COMMUNITY

Sicilia | Area Nebrodi

L’Area Interna dei Nebrodi ha un enorme potenziale turistico. Il gruppo di lavoro sta aiutando il territorio, in particolare l’area marittima che orbita attorno al comune di Santo Stefano di Camastra, nella costruzione di uno strutturato sistema turistico.

Il progetto sta coinvolgendo diversi amministratori locali e tante organizzazioni del territorio, compreso le scuole superiori del comune di Santo Stefano di Camastra. Tra amministrazioni, organizzazioni e istituzioni è stato sottoscritto un protocollo d’intesa.

Il desiderio espresso è quello di costruire un sistema di relazioni territoriali forti che permettano un nuovo protagonismo della cittadinanza, in particolare dei giovani.

La prima fase del progetto consiste nel sostegno alla nascita di una cooperativa di servizi che si occuperà di progettare e gestire un sistema di ospitalità diffusa. Le strutture che la cooperativa gestirà saranno sia di privati che di proprietà pubblica.

La cooperativa dovrebbe poi evolvere in una cooperativa di comunità per la gestione di molti servizi del territorio, non solo di natura turistica, prevedendo il coinvolgimento forte delle istituzioni e dell’associazionismo del territorio.

Novità e aggiornamenti sul progetto

Obiettivi sviluppo
sostenibile

Gruppo di lavoro

Monica Genovese
Presidente Cru Sicilia


Alessandro Cicitta
Cru Unipol


Emanuela Re
Unicalab


Debora Colicchia
Legacoop Sicilia


Francesco RE
Sindaco Santo Stefano di Camastra


Gianluigi Granero
Coopfond

Sabrina Lucatelli
Riabitare L’Italia


Elena Torri
CRU Unipol



crearee azioni

Percorso di formazione

crearee azioni

PERCORSO DI FORMAZIONE

L’esperto di sviluppo locale si occupa di promuovere lo sviluppo economico e sociale di un sistema territoriale, all’interno o a supporto delle Pubbliche amministrazioni locali e di diversi attori del territorio (imprese, associazioni, soggetti operanti nella ricerca, nella cultura, nella formazione, cittadini).
Il gruppo di lavoro Formazione, in collaborazione con Unica lab, ha definito il programma per la prima edizione del corso in oggetto.

IL PERCORSO È STATO GESTITO DA UNICA LAB

La prima edizione del corso, avviata nel mese di dicembre e conclusasi nel mese si marzo ha ospitato 16 partecipanti indicati dalle organizzazioni aderenti al CRU; il corso, considerando tutte le sue fasi, ha impegnato i partecipanti per circa 4 mesi e si è tenuto on linee.

Nelle tre aree pilota i candidati sono stati selezionati in collaborazione con i sindaci dell’area interna e saranno parte dei gruppi di lavoro che definiranno e gestiranno i progetti del territorio di riferimento.

Obiettivi sviluppo
sostenibile



Crearee CRU- Unipol - Castelvecchio Valle Subequana

LAVORO E BENI COMUNI

Abruzzo | Area Subequana Gran Sasso

Il progetto per questo territorio ha come azione centrale la promozione alla nascita di nuove aziende e il “trasferimento generazionale” di aziende esistenti. Una particolare attenzione sarà posta al sostegno all’imprenditoria femminile e giovanile.

Per tale attività sono già previsti dalla SNAI finanziamenti pubblici per circa 950 mila euro (FSE). I bandi per l’assegnazione di tali fondi dovrebbero essere pubblicati dal comune capofila (Molina Aterno) nei prossimi mesi. Il gruppo di lavoro sta individuando le modalità per animare il territorio e promuovere la nascita di idee imprenditoriali. Si costruiranno inoltre rapporti con gli istituti di credito locali e/o operanti sul territorio e le imprese per l’erogazione di fondi aggiuntivi ai progetti vincitori dei bandi o per altre realtà imprenditoriali oggetto di sviluppo.
Nel progetto di sviluppo dell’area verrà data particolare enfasi alla gestione dei beni comuni: si cercherà di aiutare gli amministratori a mettere a disposizione del territorio i tanti beni pubblici inutilizzati (immobili e terreni), utilizzando i modelli predisposti dal gruppo di lavoro nazionale “Immobili e altri asset”.
Una ulteriore azione del gruppo di lavoro sarà offrire soluzioni per il rafforzamento del welfare di prossimità, anche prendendo spunto da progettualità pubbliche realizzate su altre aree marginali del Paese, sia da esperienze diverse di gestione in rapporto pubblico/privato (buone pratiche)

Novità e aggiornamenti sul progetto

Obiettivi sviluppo
sostenibile


Graziano di Costanzo
Presidente Cru Abruzzo


Rita Innocenzi
Cgil Abruzzo


Sergio Natalia
Tecnico area Subequana Gran Sasso


Luigi Fasciani
Sindaco di Molina Aterno


Sabrina Ciancone
Sindaco di Fontecchio


Simona Elmo
Sibater


Jessica Fazi
Unicalab


Massimo Masotti
Paragon


Elena Torri
Cru Unipol


L’area interna “Gran Sasso-Subequana” è costituita da 24 comuni (Acciano, Calascio, Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio, Castelvecchio Subequo, Collepietro, Fagnano Alto, Fontecchio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Molina Aterno, Navelli, Ofena, Prata d’Ansidonia, San Benedetto in Perillis, San Pio delle Camere, Santo Stefano di Sessanio, Secinaro, Tione degli Abruzzi, Villa Santa Lucia degli Abruzzi), di cui 14 ultraperiferici, ubicati nella parte centrale della provincia dell’Aquila (per approfondire i dati di contesto cfr. l’Allegato Statistico).
L’area ha una popolazione complessiva di 8.744 abitanti (il 2,9% della provincia dell’Aquila) ed una superficie territoriale di 650 kmq, il 12,9% della superficie provinciale, con una densità abitativa pari a 13,4 (Anno 2018) per Kmq, la più bassa tra le 5 aree interne abruzzesi, contro i 59,67 della Provincia di L’Aquila e i 121,9 della Regione Abruzzo. I 24 comuni dell’area dal un punto di vista morfologico, sono parte di due distinti contesti vallivi: la zona del Gran Sasso che ha una superficie di 399,62 kmq, 4.640 abitanti ed una densità abitativa di 11,6 ab/kmq e la Valle Subequana, kmq 251,01, abitanti 4.104, densità abitativa 16,3.
L’area si estende tra due imponenti massici montuosi e comprende la parte sud-est del Gran Sasso e la parte nord-est del Sirente. La zona del Gran Sasso si caratterizza per un assetto insediativo costituito, a monte, da nuclei urbani ubicati al di sopra dei mille metri di altitudine, mentre lungo la Piana di Navelli i centri urbani, arroccati attorno all’antico castello medioevale, si sviluppano orientativamente tra i 750 ed i 900 metri. Nella zona alle pendici est del Sirente, nel medio Aterno e nella Valle Subequana, gli insediamenti, escluso Secinaro, sono ubicati a quote molto più basse, tra i 500 ed i 700 metri. Sia la Piana di Navelli che la Valle Subequana hanno storicamente costituito snodo di collegamento tra zone diverse. La Piana di Navelli, da sempre luogo di passaggio della transumanza, è l’asse di collegamento tra l’aquilano ed il pescarese, mentre la Valle Subequana è la naturale cerniera tra i territori aquilano, peligno e marsicano. La parte più a est dei Piani di Navelli è traversata dal breve ma copioso fiume Tirino, mentre la valle dell’Aterno è interamente solcata dal fiume omonimo che ne ha condizionato gli insediamenti. I centri urbani dell’area interna, tutti molti piccoli sotto il profilo demografico, si caratterizzano per una logica insediativa medievale con carattere difensivo e di fortificazioni. Molte sono le frazioni e le piccole località. Tale situazione produce dispersione di abitanti sul territorio, difficoltà nei collegamenti, con conseguente isolamento sociale e fisico.
L’area è articolata in due zone che pur manifestando problematiche sotto l’aspetto dell’integrazione, hanno però in comune un coordinamento delle associazioni, appartengono ad un unico GAL, il “Gran Sasso-Velino”; i comuni della zona Subequana sono inclusi nello stesso “Contratto di Fiume”. Ciascuna sub-area fa riferimento a un sistema turistico locale, ognuno animato da una DMC. Quasi, tutto il territorio, ben 19 comuni, ad esclusione dei comuni di Molina Aterno, Secinaro, Collepietro, Calascio e San Benedetto in Perillis è stato inserito nel cratere sismico determinato dal sisma dell’aprile 2009. L’economia, piuttosto fragile, è alimentata da piccole aziende dedite all’agricoltura, all’allevamento, a cui si affiancano piccole attività di servizi. Mancano insediamenti industriali di rilievo; l’occupazione prevalente deriva dall’edilizia e dal commercio. In entrambi i settori sono impegnati circa il 25% degli occupati dell’area. A fronte delle grandi potenzialità, la ricettività turistica alberghiera è piuttosto ridotta. Infatti, l’offerta turistica risulta piuttosto contenuta. Anche la domanda turistica appare debole. Nonostante ciò il turismo manifesta segnali di crescita, in particolar modo nell’area del Gran Sasso, dove il 7,2% degli occupati del settore si dedica all’attività sportiva, in gran parte legata allo sport di montagna. Il comparto agricolo pur in declino, attestato dalla diminuzione della SAU, manifesta segnali di vivacità soprattutto per quanto riguarda le potenzialità delle produzione di qualità, ed una certa capacità di tenuta: la diminuzione dei conduttori con attività lavorativa parzialmente svolta in azienda tra il 2000 e il 2010 è minore della media delle aree interne. La pastorizia, in particolare nell’area del Gran Sasso, ha una buona rilevanza e grandi potenzialità. Il digital divide rete fissa e mobile (% di popolazione non raggiunta da banda larga) è molto più alto della media Aree Interne Abruzzesi e nazionale e costituisce una rilevante criticità.
Per quanto attiene, ai processi di gravitazione, l’Area ha due centri gravitazionali, L’Aquila e Sulmona. Al capoluogo regionale fanno riferimento per i servizi di rango maggiore tutti i comuni dell’area del Gran Sasso e i comuni più a nord della Valle dell’Aterno, Fagnano Alto, Fontecchio, Acciano, Tione. Mentre i comuni a sud, Secinaro, Molina Aterno Castelvecchio Subequo, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Caste di Ieri, gravitano storicamente su Sulmona. Pertanto l’area strategica di riferimento comprende i poli urbani di L’Aquila e Sulmona erogatori di tutti i principali servizi e luoghi di studio e di lavoro per la maggior parte dei residenti dell’Area Interna A ovest dell’area target, a ridosso della parte più a nord della Subequana, nell’altipiano delle Rocche – comuni di Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Ovindoli – si è sviluppato un piccolo distretto turistico della neve che fa perno sugli impianti di risalita di Ovindoli e Campo Felice. Nel disegnare l’area di gravitazione funzionale prossima all’area target si è fatto riferimento ai rapporti in essere, inerenti il lavoro, i servizi, in particolar modo istruzione e salute, le collaborazioni istituzionali e amministrative, tra l’Area Interna ed i poli gravitazionali di L’Aquila e Sulmona.

Sotto l’aspetto naturalistico l’area vanta la presenza di due parchi – Parco Nazionale, “Gran Sasso-Laga” e Parco Regionale, il “Sirente-Velino” – che generano una grande varietà floristica e faunistica. Le imponenti vette de Gran Sasso e del Sirente, gli altipiani di Campo Imperatore e del Sirente, costituiscono emergenze di particolare rilievo. La zona Subequana è attraversata dal fiume Aterno, il principale fiume d’Abruzzo, che con le sue acque ha inciso in maniera netta l’ambiente fisico ed è stato per molto tempo strumento economico principale per i piccoli centri distribuiti lungo il suo asse. Mulini, centrali, concerie, pesca, irrigazione costituivano i principali asset economici del fiume. L’altro corso d’acqua il Tirino, molto copioso e particolarmente adatto per la canoa, segna il confine sud orientale dell’area e del PNGSL. Di particolare rilevo le foreste ubicate nell’area del Sirente.
L’ingente patrimonio culturale è caratterizzato dalla presenza di ben 198 chiese, 45 castelli, 86 palazzi storici, 17 borghi di rilievo e 5 interessanti aree archeologiche. Nella zona Subequana, all’architettura canonica (i complessi ecclesiastici della Collegiata di Santa Maria del Ponte ed il Convento di San Francesco a Castelvecchio Subequo, dove sono condensati gli stili dell’architettura abruzzese medioevale e rinascimentale, assumono valenza archetipica), si affianca un’architettura minore spesso in simbiosi con l’ambiente, come mulini, antichi ponti, le cosiddette Pagliare ed altre importanti emergenze quali chiese, castelli, l’elegante fontana di Fontecchio. Nella zona del Gran Sasso di particolare rilievo le chiesa di San Pietro ad Oratorium di Capestrano, gioiello medioevale, le splendide chiese di Bominaco, l’oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria Assunta (Caporciano), torri imponenti e castelli, in primis quello di Calascio, location di numerosi film.
Il templio italico di Castel di Ieri, il sito archeologico di Campo Valentino di Molina, le rovine di Peltinium a Prata d’Ansidonia arricchiscono ulteriormente l’area sotto il profilo del patrimonio culturale. Di particolare rilievo i borghi, in primis Santo Stefano di Sessanio, San Benedetto in Perillis, Rocca, il borgo di Goriano Sicoli, immortalato da M.C Escher.
Ad oggi i variegati beni naturali e culturali sono debolmente valorizzati, le sporadiche iniziative turistiche sono poche incisive e non in grado di promuovere nella sua interezza l’offerta turistica dell’area e di movimentare le presenza turistiche ancora piuttosto contenute come si evince dalle tabelle riportate nell’allegato statistico. Nonostante le suddette criticità in questi ultimi anni si nota una nuova attenzione a tale emergenze. E’ su questa volontà di intrapresa che bisogna far leva, attraverso azioni formative e di sistema, per una piena valorizzazione dei beni culturali e ambientali dell’area e per lo sviluppo del turismo. La rivitalizzazione dei borghi, la realizzazione di una sentieristica d’area, la valorizzazione ai fini turistici di strutture pubbliche – rifugi, case cantoniere, stazioni – assumono una grande significatività per lo sviluppo sostenibile ed integrato del settore.


Incontro sulle gestioni associate in Alta Marmilla

L’area sarda ha una consolidata storia di associazionismo che la SNAI ha rafforzato. Dopo un periodo di stallo risolti i nodi organizzativi per avviare l’attuazione. Previsto un tavolo per criticità nel settore istruzione.

La Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) in Alta Marmilla ha rafforzato una cooperazione intercomunale già ben salda nata sotto la spinta delle caratteristiche geomorfologiche del territorio già fin dagli anni ’90, proseguita poi come Comunità montana e successivamente come Unione di Comuni che coincide con il perimetro dell’area. Lo ha confermato il sindaco di Baradili Lino Zedda, capofila dell’area progetto sarda e presidente dell’UC “Alta Marmilla”, intervenuto alla riunione on line sul monitoraggio del requisito associativo organizzata nell’ambito del progetto del DFP “La Strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato da FormezPA.

Si tratta del decimo di un ciclo di incontri destinati alle aree che, dopo aver sottoscritto l’Accordo di Programma quadro (APQ), hanno avviato gli interventi previsti dalla SNAI per conoscerne l’evoluzione dei processi associativi e il funzionamento dei modelli di governance che le aree si sono date per l’attuazione della Strategia con l’obiettivo di far emergere eventuali criticità da correggere. Agli incontri, oltre al team Formez, prendono parte anche referenti del Dipartimento per la coesione e dell’Agenzia per la coesione territoriale per fare il punto sulla realizzazione degli interventi e, anche su questo fronte, fornire un supporto in caso di necessità.

L’area era partita associando tre funzioni fondamentali - catasto, protezione civile ed edilizia scolastica - che sono tutte operative. Per il catasto è in corso di definizione il sistema di accesso; il piano sovracomunale di protezione civile, con le modalità di gestione, sarà approvato entro il mese di marzo. Tutto ciò che ruota intorno ai servizi educativi, non solo l’edilizia, ma anche trasporti e mense, è già in capo all’Unione, per garantirne l’erogazione uniforme su tutto il territorio. Cosa non sempre facile dal punto di vista organizzativo ed economico, considerato che l’area è composta da 19 piccoli comuni con una dotazione minima di personale, che molte scuole sono state dimensionate o soppresse. Ma i servizi e le funzioni associate nell’ambito dell’Unione sono molte di più, in parte ereditati dalle strutture associative precedenti. Tra queste il servizio SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) e la CUC (Centrale unica di committenza), la raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche l’accompagnamento e l’assistenza per la transizione digitale. La scarsa connettività ha fatto fallire diversi tentativi di gestire le attività in maniera unitaria attraverso una piattaforma comune. Di recente elaborazione è la convezione per il “lavoro agile”.

La stessa vivacità registrata sul fronte associativo non si riscontra su quello dell’attuazione. Carla Cosentino, dell’Agenzia per la coesione territoriale, ha ricordato come a oltre tre anni dalla sottoscrizione dell’APQ non siano ancora partiti gli interventi strategici. Tra le motivazioni dei referenti regionali d’area, gli avvicendamenti politici dell’amministrazione regionale, nuovi assetti nell’organizzazione ora però definiti consentendo di dar corso ai progetti previsti, in primo luogo quelli cantierabili. In attesa di approvazione una delibera della Giunta che ricompone il quadro degli aspetti organizzativi e attuativi per la realizzazione degli interventi. Alla luce di alcuni disallineamenti tra i soggetti coinvolti nella realizzazione di alcune azioni in campo formativo è stato deciso di istituire un tavolo dedicato per riportarle ai criteri che hanno ispirato la stesura della strategia d’area. La Cosentino ha offerto tutto il supporto necessario per risolvere le problematiche emerse.


Emilia-Romagna: aree interne digitali al 100% entro il 2025

Uno degli 8 punti del nuovo piano riguarda la digitalizzazione dei territori periferici. Previsto l’utilizzo di sistemi informatizzati anche nei progetti inseriti negli APQ delle 4 aree regionali.

Trasformare le aree interne da contesti marginali a comunità digitali al 100%. Questo uno degli 8 obiettivi in cui è declinato il Data valley bene comune (DVBC), l’Agenda digitale 2020-2025 approvata dall’Emilia Romagna per la trasformazione digitale dell’intera regione, con impatti sul fronte economico, sociale e ambientale. Un’evoluzione dei precedenti piani digitali che pone l’attenzione su come i dati, e le opportunità ad essi legate, debbano essere risorse a disposizione di tutti.

Sul piatto 200 milioni di euro per lo sviluppo digitale del territorio attraverso tecnologie innovative, risorse e competenze diffuse e inclusive.

Nelle aree interne, montane e zone del cratere - ma anche nei quartieri isolati delle grandi città - il digitale può determinare il cambiamento inseguito. Connettività, acquisizione di competenze digitali per giovani e lavoratori, riorganizzazione del lavoro con il contributo dello smartworking, co-schooling sono alcuni degli ingredienti del piano regionale DVBC per favorire la residenzialità nei territori soggetti a spopolamento e decadimento economico.

Prima azione verso la creazione di comunità digitali al 100% l’avvio di un percorso di co-progettazione con gli attori locali delle aree montane e interne. Prevista anche l’adozione di soluzioni digitali nei progetti relativi ai servizi di cittadinanza contenuti negli Accordi di Programma Quadro (APQ) delle 4 aree interne regionali che sperimentano la Strategia nazionale per le aree interne (SNAI). Ma anche riuso di soluzioni digitali presenti nel network regionale per favorire un welfare di comunità fino alla delocalizzazione delle attività creative e culturali, digitali e innovative nelle aree periferiche per favorirne la rivitalizzazione passando per l’utilizzo delle nuove tecnologie per la progettazione di azioni di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale come motore dello sviluppo turistico di queste zone.

La Regione Emilia Romagna ha praticamente concluso l’iter SNAI 2016-2020 con tre aree che hanno già sottoscritto i relativi APQ (Appennino Emiliano, Basso Ferrarese, Appennino Piacentino Parmense) e l’Alta Valmarecchia che è in via di sottoscrizione.


Toscana, il Consiglio regionale vara la Commissione aree interne

Funzione del nuovo organismo è rappresentare le istanze dei territori a tutti i livelli istituzionali a partire dal loro ascolto.
Si occuperà di aree interne la settima commissione varata dal Consiglio regionale della Toscana per valorizzare e sostenere le zone marginali regionali. A partire dall’ascolto dei territori periferici, compito del nuovo organismo è quello di rappresentarne istanze e bisogni alla Regione e a tutti i livelli istituzionali. La Commissione è composta da 10 membri, tra forze di opposizione e di maggioranza. Nella seduta di insediamento è stato eletto presidente Marco Niccolai.

Strategia nazionale aree interne: così l'Europa promuove la collaborazione tra i Comuni

Il progetto punta alla riorganizzazione dei servizi pubblici, garantendo l'individuazione di modelli di gestione efficaci e coerenti con le esigenze dei territori

VENGONO definite "aree interne" e quelle aree del Paese caratterizzate da una significativa distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità collettiva); da una grande disponibilità di risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere); da territori complessi, frutto di sistemi naturali e processi di antropizzazione e spopolamento.

In Italia queste aree rappresentano il 51,6% circa dei Comuni italiani (4.181), ospitano il 22,3% della popolazione italiana, pari a 13,3 milioni di abitanti, e occupano una porzione del territorio di poco inferiore al 60% della superficie nazionale.

Al 31 dicembre 2019, per il rilancio si queste zone, sono state approvate 47 "strategie d'area", impegnando circa 753 milioni di euro, di cui 175 milioni provenienti da risorse statali dedicate alla "strategia" e 473 di euro dai Fondi europei di Sviluppo e Investimento (SIE) che finanziano i Programmi Operativi regionali, oltre ad altri fondi pubblici e privati per un totale di 104 milioni di euro.

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