L’area sarda ha una consolidata storia di associazionismo che la SNAI ha rafforzato. Dopo un periodo di stallo risolti i nodi organizzativi per avviare l’attuazione. Previsto un tavolo per criticità nel settore istruzione.

La Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) in Alta Marmilla ha rafforzato una cooperazione intercomunale già ben salda nata sotto la spinta delle caratteristiche geomorfologiche del territorio già fin dagli anni ’90, proseguita poi come Comunità montana e successivamente come Unione di Comuni che coincide con il perimetro dell’area. Lo ha confermato il sindaco di Baradili Lino Zedda, capofila dell’area progetto sarda e presidente dell’UC “Alta Marmilla”, intervenuto alla riunione on line sul monitoraggio del requisito associativo organizzata nell’ambito del progetto del DFP “La Strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato da FormezPA.

Si tratta del decimo di un ciclo di incontri destinati alle aree che, dopo aver sottoscritto l’Accordo di Programma quadro (APQ), hanno avviato gli interventi previsti dalla SNAI per conoscerne l’evoluzione dei processi associativi e il funzionamento dei modelli di governance che le aree si sono date per l’attuazione della Strategia con l’obiettivo di far emergere eventuali criticità da correggere. Agli incontri, oltre al team Formez, prendono parte anche referenti del Dipartimento per la coesione e dell’Agenzia per la coesione territoriale per fare il punto sulla realizzazione degli interventi e, anche su questo fronte, fornire un supporto in caso di necessità.

L’area era partita associando tre funzioni fondamentali – catasto, protezione civile ed edilizia scolastica – che sono tutte operative. Per il catasto è in corso di definizione il sistema di accesso; il piano sovracomunale di protezione civile, con le modalità di gestione, sarà approvato entro il mese di marzo. Tutto ciò che ruota intorno ai servizi educativi, non solo l’edilizia, ma anche trasporti e mense, è già in capo all’Unione, per garantirne l’erogazione uniforme su tutto il territorio. Cosa non sempre facile dal punto di vista organizzativo ed economico, considerato che l’area è composta da 19 piccoli comuni con una dotazione minima di personale, che molte scuole sono state dimensionate o soppresse. Ma i servizi e le funzioni associate nell’ambito dell’Unione sono molte di più, in parte ereditati dalle strutture associative precedenti. Tra queste il servizio SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) e la CUC (Centrale unica di committenza), la raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche l’accompagnamento e l’assistenza per la transizione digitale. La scarsa connettività ha fatto fallire diversi tentativi di gestire le attività in maniera unitaria attraverso una piattaforma comune. Di recente elaborazione è la convezione per il “lavoro agile”.

La stessa vivacità registrata sul fronte associativo non si riscontra su quello dell’attuazione. Carla Cosentino, dell’Agenzia per la coesione territoriale, ha ricordato come a oltre tre anni dalla sottoscrizione dell’APQ non siano ancora partiti gli interventi strategici. Tra le motivazioni dei referenti regionali d’area, gli avvicendamenti politici dell’amministrazione regionale, nuovi assetti nell’organizzazione ora però definiti consentendo di dar corso ai progetti previsti, in primo luogo quelli cantierabili. In attesa di approvazione una delibera della Giunta che ricompone il quadro degli aspetti organizzativi e attuativi per la realizzazione degli interventi. Alla luce di alcuni disallineamenti tra i soggetti coinvolti nella realizzazione di alcune azioni in campo formativo è stato deciso di istituire un tavolo dedicato per riportarle ai criteri che hanno ispirato la stesura della strategia d’area. La Cosentino ha offerto tutto il supporto necessario per risolvere le problematiche emerse.