Ecco l'edizione 2020 del Festival dello Sviluppo Sostenibile

Dopo il successo delle precedenti edizioni e a cinque anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030 dell’Onu, torna il Festival dello Sviluppo Sostenibile dal 20 maggio al 5 giugno 2020.

Si rinnova l’appuntamento annuale con il Festival dello Sviluppo Sostenibile, la cui prossima edizione si svolgerà dal 20 maggio al 5 giugno 2020. Forte della notorietà acquisita e della crescente mobilitazione della società italiana sui temi dello sviluppo sostenibile, la manifestazione rappresenterà un ulteriore passo per spingere l’Italia a realizzare l’Agenda 2030.

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce oltre 230 organizzazioni del mondo economico e sociale, organizza il Festival insieme ai suoi aderenti e con il supporto dei partner e dei tutor, su un arco di 17 giorni, tanti quanti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu. L’iniziativa costituisce un’unica grande manifestazione, diffusa e inclusiva, composta da centinaia di eventi organizzati su tutto il territorio nazionale.

Il Festival nasce per coinvolgere e sensibilizzare fasce sempre più ampie della popolazione sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, andando oltre gli addetti ai lavori, per promuovere un cambiamento culturale di comportamenti individuali e collettivi e stimolare richieste che «dal basso» impegnino la leadership del Paese al rispetto degli impegni presi in sede Onu. Inoltre, il Festival vuole dare voce ai cittadini, alle imprese, alle amministrazioni centrali e locali, alle università e alla società civile per favorire il dialogo, il confronto e la condivisione di best practice sui temi dell’Agenda 2030.

Il Festival rappresenta un’esperienza unica nel panorama internazionale che, grazie al coinvolgimento di centinaia di organizzazioni in tutta Italia, al ruolo attivo giocato dalle Università e all’apertura di “piazze” dello sviluppo sostenibile in alcune grandi città, consente di raggiungere ogni anno milioni di persone in tutta Italia, stimolando una riflessione senza precedenti sul futuro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo.

Il prossimo Festival dello Sviluppo Sostenibile rappresenterà una tappa importante nel percorso verso la realizzazione dell’Agenda 2030. Il 2020 segnerà, infatti, i cinque anni dalla sottoscrizione dell’accordo globale da parte dei 193 Paesi delle Nazioni Unite, l’inizio del “decennio di azione per il conseguimento degli SDGs” lanciato nel corso dell’Assemblea Generale Onu del settembre 2019, nonché l’anno di scadenza per 21 dei 169 Target previsti dall’Agenda. Nel 2020 cadrà, inoltre, il quinto anniversario della Conferenza COP21, che ha visto l’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima, e della Conferenza di Addis Abeba sul finanziamento allo sviluppo, che ha definito aspetti cruciali dell’Agenda. Saranno passati anche cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, che in tutto il mondo è diventata il punto di riferimento per un’etica condivisa per lo sviluppo umano e la salvaguardia della nostra terra.

Rispetto alla realizzazione dell’Agenda 2030, negli ultimi anni si sono registrati diversi segnali incoraggianti sia a livello nazionale che internazionale. La nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha risposto con decisione alle sollecitazioni venute dal Parlamento, dal Consiglio e dalla società civile europea, con un programma di azione che ruota intorno a una visione dove politiche economiche, sociali e ambientali appaiono coerentemente orientate all’obiettivo di fare dell’Ue la “campionessa mondiale di sviluppo sostenibile”, come recitava il titolo dell’evento di apertura dell’ultima edizione del Festival. Anche in Italia, con l’avvio del nuovo Governo, lo sviluppo sostenibile è entrato chiaramente nell’agenda politica, e si può notare un cambiamento nel mondo produttivo e nell’opinione pubblica sulla necessità di transitare a un diverso modello di sviluppo, anche grazie alla presa di posizione dei milioni di giovani che richiamano tutti a fronteggiare l’emergenza climatica.

Rispetto alle edizioni passate, quindi, il Festival 2020 si svolgerà in un contesto in cui è maggiore il sostegno da parte dei cittadini, delle imprese, delle organizzazioni sindacali, della società civile e dell’opinione pubblica per azioni coraggiose. Eppure, la direzione verso la quale il mondo si sta muovendo non sembra riuscire a condurre verso la sostenibilità. Occorre, quindi, avviare una profonda riflessione sul nostro modo di vedere le cose, interrogarci sull’esistenza di un’etica condivisa per affrontare lo sviluppo sostenibile.

Da questa considerazione prenderà le mosse il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020, che sarà inaugurato il 20 maggio a Parma, Capitale italiana della cultura 2020, alla presenza dei più grandi filosofi, teologi, sociologi ed economisti che oggi si interrogano sui limiti del nostro modello di sviluppo. Il 28 maggio seguirà il secondo appuntamento a cura del Segretariato ASviS, mentre l’evento conclusivo del Festival si terrà a Roma il 5 giugno, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. Saranno 13 gli “eventi nazionali” del Festival in tutta Italia, che richiameranno l’attenzione ciascuno su un Obiettivo di sviluppo sostenibile, affrontandone gli aspetti più attuali e i temi prioritari. A tutto questo si aggiungeranno poi le migliaia di voci dal territorio che vorranno raccontare le proprie storie, idee ed esperienze per rispondere alla domanda di riflessione lanciata dal Festival.

Maggiori informazioni sul sito dedicato all'evento: festivalsvilupposostenibile.it/2020 attraverso il quale si ha la possibilità di contribuire in prima persona alla realizzazione dell’Agenda 2030: i singoli eventi possono essere organizzati da chiunque voglia portare l’Italia e il mondo su un sentiero di sviluppo sostenibile, tramite l’apposito modulo e seguendo i criteri per l’organizzazione degli eventi nel Festival. La costruzione del cartellone delle iniziative richiede la partecipazione di tutti.


Il Gruppo Unipol sponsor della mostra “AGAINandAGAINandAGAINand”

Il Gruppo Unipol è sponsor della mostra “AGAINandAGAINandAGAINand” che, dal 23 gennaio al 3 maggio 2020, apre la programmazione espositiva 2020 dello spazio principale del Museo d'Arte Moderna di Bologna, ovvero la Sala delle Ciminiere.

La Sala apparirà trasfigurata dalla presenza peculiare dei lavori di sette tra i più noti artisti contemporanei: Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul.

La mostra, a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì, è uno dei main project di ART CITY Bologna 2020, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

AGAINandAGAINandAGAINand si pone l’obiettivo di indagare il tema del loop, della ripetizione e della ciclicità nella contemporaneità, analizzandolo da diverse angolazioni attraverso le opere di artisti che hanno posto l’argomento al centro della propria ricerca.

Per Unipol essere nuovamente partner di questo importante appuntamento culturale rientra in una strategia di sponsoring che fa della promozione dell’arte e della cultura una delle principali aree di intervento del Gruppo. Promuovere e rendere accessibile la cultura al grande pubblico è l’obiettivo di quest’iniziativa, con la convinzione della profonda valenza sociale che tali manifestazioni rivestono per la comunità.

 

Foto Gabriele Lepri (canali social MAMBO)


MISSION EVOLVE: A BOLOGNA l'ULTIMA TAPPA DEL TOUR PER PORTARE LA NUOVA VISIONE DEL GRUPPO UNIPOL NEI TERRITORI

Sì è svolta oggi a Bologna, nella sede Unipol di via Stalingrado, la settima e ultima tappa del roadshow dei Consigli Regionali Unipol per portare la nuova visione del Gruppo Unipol nei territori. L’obiettivo definito dal piano strategico 2019-2021 Mission Evolve è quello di rafforzare la leadership assicurativa ma anche di diventare leader di ecosistemi. E tre sono gli ecosistemi da cui partire: mobilità, welfare e property. Per offrire servizi integrati e produrre valore per cambiare il mondo assicurativo tra innovazione e sostenibilità.

Mobility: nuove soluzioni di mobilità e condivisione grazie anche al noleggio a lungo termine e ad una piattaforma dell’usato. Un sistema efficace per avere su strada veicoli più performanti come quelli ibridi o elettrici.
Welfare: nuove soluzioni grazie alla piattaforma di flexible benefit, Internet of Things e telemedicina, nonché soluzioni per ottimizzare la spesa sanitaria privata delle famiglie italiane.
Property: un’evoluzione dell’integrazione tra assicurazione, domotica e assistenza in nell’ottica di sviluppare nuovi servizi per l’efficienza e la riduzione dei consumi energetici nelle proprie abitazioni o aziende.

Nella prima parte della mattinata sono intervenuti tra gli altri Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol,  Marisa Parmigiani, Responsabile della sostenibilità del Gruppo Unipol e Direttrice della Fondazione Unipolis, Aleardo Benuzzi  Responsabile nazionale dei CRU.

La seconda parte della mattinata è stata invece dedicata ai tavoli di lavoro a cui hanno partecipato i coordinatori dei CRU di Emilia-Romagna e Toscana oltre ai rappresentanti delle organizzazioni soci, organizzati con il metodo della condivisione e dello scambio di esperienze e con l’obiettivo di discutere e allinearsi su cosa è stato fatto e cosa si può fare a livello locale.

Maggiori informazioni sul Piano Strategico 2019-2021 sono disponibili sul sito del Gruppo.

 


Presentato il progetto Sibari e la Costa dei tre miti

Nella splendida Sala degli Specchi del Palazzo Ducale di Corigliano-Rossano, il sindaco di Trebisacce Franco Mundo ha presentato la nuova fase del progetto "Sibari e la costa dei tre miti: Italo, Ulisse e Federico", classificatosi al secondo posto nazionale, dopo Matera, nell’ambito dei progetti finalizzati alla valorizzazione del territorio, e di cui proprio Trebisacce è il comune capofila.

Durante la conferenza stampa, moderata dal giornalista Francesco Cangemi, sono intervenuti l’Assessore alla Cultura del Comune di Corigliano Rossano, Donatella Novellis, l’Assessore al Turismo del Comune di Corigliano Rossano, Tiziano Caudullo, l’Assessore all’Archeologia e Beni Culturali del Comune di Cassano, Annamaria Bianchi, e il sindaco di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranù.

Il progetto prevede la creazione di una destinazione turistica accessibile, interculturale ed interreligiosa del Mediterraneo e della Magna Grecia, che possa essere di riferimento come proposta turistica di prossimità e complementare all’offerta di Matera - Capitale della Cultura Europea 2019, e coinvolge i Comuni di Albidona, Alessandria Del Carretto, Amendolara, Canna, Cassano Allo Ionio, Castroregio, Civita, Cerchiara di Calabria, la città unica Corigliano-Rossano, Francavilla Marittima, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Plataci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, San Lorenzo Bellizzi, Trebisacce e Villapiana.

Il progetto che presentiamo oggi – ha dichiarato nel suo intervento il sindaco Franco Mundo - mira a superare le difficoltà territoriali che impediscono uno sfruttamento allargato del territorio e delle sue potenzialità, creando coesione, condivisione, visione e convergenza verso un’azione integrata di sistema. Siamo di fronte ad un modello di gestione sperimentale e partecipato che valorizzerà l’unicità e la tipicità dell’area territoriale cui apparteniamo, mettendo a sistema le risorse territoriali, umane e sociali, e rafforzerà, qualificandola l’accessibilità e l’accoglienza, che diviene universale e modello replicabile in altri contesti. Attraverso soluzioni funzionali ed all’avanguardia, si forniranno a chi va a formare l’offerta turistica quegli strumenti necessari per raccontare e proporre appieno il territorio, così creando e concretizzando il concetto di accessibilità e accoglienza universale. Il tutto attraverso una rete che unisce enti pubblici, partner privati, stakeholder di vario livello e natura, e il territorio. Per tale motivo, la rete dei partener privati è molto importante e qualificata (CRU Unipol, Confcooperative, Confesercenti, ITRIA, UNESCO Trebisacce, Touring Club locali, solo per citarne alcuni). Uno speciale ringraziamento va al coordinatore del progetto, Arch. Michele Calvosa, e la S.C.S. Officina delle Idee e Antonio Blandi per l’idea che sta alla base di tutto questo lavoro”.


Lavoro: l'Emilia-Romagna regione leader italiana, più dinamica grazie al patto fra corpi intermedi

È stato presentato venerdì scorso a Bologna lo studio della società di ricerca Rete Urbana delle Rappresentanze (R.U.R.) dal titolo “Il Valore della Rappresentazione e le Politiche per i giovani nel Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna”, promosso dal Consiglio Regionale Unipol e realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Ne hanno discusso Patrizio Bianchi, Assessore a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia Romagna, Pierluigi Stefanini, Presidente Gruppo Unipol, e Giuseppe Roma, Segretario Generale R.U.R. precedentemente Direttore Generale della Fondazione Censis.

La ricerca evidenzia che in Emilia-Romagna il tasso di occupazione, nella popolazione fra 20 e 64 anni, è pari al 74,4% nel 2018, benchmark fra le grandi regioni settentrionali, superiore a Lombardia (72,6%) e Veneto (71,5%). Il tasso di disoccupazione è sceso dall’8,3% del 2014 al 4,8% di giugno 2019. Grazie al Patto per il Lavoro e il Patto Giovani, la disoccupazione giovanile è diminuita dal 34,9% del 2014 al 17,8% del 2018. Al contempo, le fuoriuscite anticipate dalla scuola sono passate dal 13,6% all’11%, al di sotto delle Regioni del Nord e della media italiana del 14,5%.

Inoltre, il valore aggiunto per abitante, indicatore che rappresenta sia i livelli di partecipazione al lavoro sia la produttività degli occupati, risulta essere il terzo più alto in Italia e superiore del 24% rispetto alla media nazionale, nonché allineato con i valori europei.

La Regione delle opportunità, questo il nostro obiettivo, insieme ai soggetti del Patto per il Lavoro, perché ogni giovane possa trovare lo spazio per crescere e per costruire il proprio futuro”, ha affermato l’Assessore Patrizio Bianchi.

La ricerca evidenzia come strategico per le politiche pubbliche saper dialogare con le forze sociali per costruire soluzioni a vantaggio della comunità. I Consigli Regionali Unipol, come luogo di costruzione di valore condiviso in logica multi-stakeholder, dimostrano la loro attualità nel concorrere ad uno sviluppo sostenibile territoriale”, ha dichiarato Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol.

Il Patto per il Lavoro e il Patto Giovani dell’Emilia-Romagna, racchiudono in sé alcune caratteristiche peculiari che li differenziano rispetto a precedenti esperienze di concertazione fra le istituzioni e le parti sociali in quanto: si è andati oltre la semplice partecipazione o concertazione fra la sfera pubblica e gli attori imprenditoriali e associativi, costruendo insieme un processo decisionale.

Il Patto è risultato uno strumento di sintesi a livello generale anche attraverso mediazioni “alte”, ispirate ad un interesse generale. È diventato strumento di lavoro per le parti sociali, ha costituito un argine alla disintermediazione nelle relazioni fra cittadini e istituzioni.

Molte recenti ricerche confermano, anche con i numeri, una posizione di vertice che sta assumendo l’Emilia Romagna e un ispessimento dell’asse padano fra Milano e Bologna. Secondo Unioncamere, nel 2018, fra le prime dieci province italiane per valore aggiunto pro-capite, ben quattro appartengono all’Emilia-Romagna. Bologna è terza dopo Milano e Bolzano.

Un tale risultato per l’Emila Romagna è stato possibile grazie a un significativo impegno, pubblico e privato, nel promuovere l’innovazione a tutto campo, tanto che gli investimenti in ricerca e sviluppo sono passati, nel triennio 2014-2017, dall’1,68% del Pil all’1,98% quota ben superiore all’1,50% registrato, in media, nelle regioni del Nord.

Istituzioni e imprese, poi, hanno operato con particolare energia per promuovere la formazione a tutti i livelli, dalla sperimentazione del sistema duale, con un serio apprendistato nelle aziende della Motor Valley come Ducati e Lamborghini, agli Istituti Tecnici Superiori, alla formazione universitaria: un impegno premiato dai risultati dello studio condotto da R.U.R.

Inoltre, da una ricerca effettuata con i membri delle organizzazioni aderenti al Consiglio Regionale Unipol emerge che:

  • secondo l’88,3% degli intervistati, il protagonismo dei corpi intermedi e il migliorato clima di collaborazione hanno costituito il riferimento per affrontare meglio le crisi aziendali regionali e rendere più solido il tessuto produttivo emiliano romagnolo;
  • il 17,5% ritiene molto migliorata la situazione di stimolo all’innovazione e alla ricerca, a cui si aggiunge un 62,5% che la ritiene migliorata per le azioni previste dal Patto;
  • l’internazionalizzazione dell’economia emiliano-romagnola è ritenuta molto migliorata dal 21% degli intervistati, migliorata dal 60%.

Riguardo alle aree di intervento comprese nel Patto per il Lavoro Giovani gli intervistati ritengono che Produzione e competenze e capitale umano siano stati gli ambiti su cui si sono ottenuti maggiori risultati, mentre vanno segnalate come priorità di intervento la rete attiva per il lavoro e la creazione di impresa (imprenditorialità maker), il programma per il successo formativo che ha conseguito risultati ragguardevoli riducendo ulteriormente le fuoriuscite dal sistema scolastico.

Di seguito alcune foto della presentazione


LIGHT THE FUTURE: URBAN UP GRUPPO UNIPOL PARTECIPA AL NATALE DI MILANO

Attraverso il suo marchio Urban Up - che contraddistingue le attività immobiliari del Gruppo – Unipol sarà presente in modo significativo nel comparto urbano di Isola - Porta Nuova dove sono in corso importanti progetti del Gruppo: Torre Galfa, De Castillia 23 e la nuova Torre Unipol

Siamo orgogliosi di partecipare per il terzo anno all’illuminazione della città in occasione del Natale - ha dichiarato Giuseppe Lobalsamo Responsabile Direzione Immobiliare Gruppo Unipol. “Light the Future - dichiara Ebi Grassi - Responsabile Promozione iniziative immobiliari UnipolSai - unisce idealmente 3 iniziative immobiliari del Gruppo con l’obiettivo di creare valore attraverso una visione che contribuisce allo sviluppo e alla crescita della città”.

Nelle ore serali avrà luogo un suggestivo Light Show che consisterà in un collegamento luminoso dei tre cantieri visibile da tutto il comparto urbano. Tre proiettori laser posizionati sulle sommità di De Castillia, Torre Galfa e delle gru di cantiere della Torre Unipol collegheranno idealmente i tre immobili creando un triangolo luminoso in cielo. I profili verticali della gru in servizio nel cantiere della nuova Torre saranno rivestiti con strisce luminose in grado di accendersi in modalità graduale e dinamica in sincronia con fasci luminosi blu.

Questi “alberi di Natale contemporanei” rimarranno accesi fino al 6 gennaio sottolineando come presto un vuoto urbano verrà colmato con un progetto dall’alto valore architettonico e simbolo di sostenibilità ambientale. Ad integrazione del sistema di illuminazione esistente, verranno installati in copertura dell’immobile di via De Castillia diversi fari luminosi (32 Robe mega sul lato lungo e 18 sul lato corto) che daranno vita al light show. Tutte le sere da oggi fino al 6 gennaio - ad un orario stabilito - l’edificio si “animerà”: grazie ad un’apposita programmazione, si attiverà il sistema di illuminazione presente in sincronia con i raggi luminosi posizionati sul perimetro dell’ultimo piano. L’esito sarà un suggestivo e scenografico light show natalizio con le luci in movimento che simbolicamente restituirà non solo al quartiere ma a tutta la città di Milano un immobile completamente rinnovato che per anni ha rappresentato una ferita per la città.

Guarda la Gallery fotografica sul sito di Repubblica.it


Welfare: il tempo è (quasi) scaduto

Si è svolta oggi a Roma la presentazione dell’edizione 2019 del Rapporto Think Tank “Welfare, Italia” sviluppato da Unipol Gruppo con The European House – Ambrosetti, con il sostegno di un comitato scientifico composto da Veronica De Romanis, Giuseppe Guzzetti, Walter Ricciardi e Stefano Scarpetta.

L’iniziativa, all’interno del progetto Welfare Italia, laboratorio per le nuove politiche sociali, ha visto oltre 200 esponenti delle Istituzioni ed esperti del settore che hanno dibattuto sui vincoli e le proposte per garantire che il sistema di welfare del Paese possa continuare a funzionare rispondendo efficacemente anche ai nuovi bisogni emergenti.

Nell’ambito del Welfare Italia Forum 2019, sono stati proposti 4 pilastri di azione per passare da un sistema passivo ad uno attivo: ottimizzare le basi informative per il monitoraggio del welfare aumentando e mettendo a fattor comune la quantità di dati pubblici e privati per favorire i processi decisionali; lanciare un Welfare New Deal a livello europeo, riorganizzando i meccanismi (bonus, detrazioni, etc) e semplificando le normative esistenti per garantire un efficace relazione pubblico‐privato; adeguare l’offerta di servizi ai nuovi bisogni di age management e di long term care, incentivando l’adesione ai fondi pensione integrativi e sostenendo programmi di tutoring da parte dei lavoratori over 55; promuovere l’auto responsabilizzazione di individui e aziende attraverso campagne di comunicazione strutturate che conducano ad un approccio proattivo da parte dei cittadini.

La spesa pubblica complessiva in servizi di welfare nel 2018 ammonta a 488,3 miliardi di Euro. Tra le tre voci di spesa approfondite in dettaglio nel Rapporto (Sanità, Previdenza e Politiche Sociali), la componente pensionistica è quella con l’impatto maggiore: con un valore pari a 281,5 miliardi di Euro nel 2017, vale il 57,6% del totale della spesa sociale pubblica in Italia. All’interno di questo contesto, l’integrazione pubblico‐privato si configura come un meccanismo in grado di far fronte non solo ai crescenti vincoli di spesa del pubblico e al dualismo geografico, ma anche all’evoluzione dei bisogni dei beneficiari di servizi di welfare. A fine 2018 sono censiti 7,9 milioni di aderenti a forme di previdenza complementare (circa il 30% della forza lavoro) e 1,7 milioni di lavoratori beneficiano dei servizi di welfare aziendali offerti dalle imprese. Complessivamente, il segmento della sanità integrativa coinvolge 12,6 milioni di beneficiari nel 2018 (la spesa sanitaria privata ammonta a 40 miliardi di Euro), mentre gli aderenti a forme di previdenza complementare sono circa 7,9 milioni, pari al 30% della forza lavoro.

Per mettere a fuoco le necessità evolutive del sistema di welfare, al Welfare Italia Forum 2019 sono stati approfonditi i driver di cambiamento esogeni ed endogeni che agiscono sul sistema di protezione sociale e impattano sui bisogni dei fruitori dei servizi di welfare. L’aumento della speranza di vita – cresciuta in media di 1,7 anni dal 2008 ad oggi – la caduta del tasso di natalità del 25%, i cambiamenti del mercato del lavoro verso una maggiore diffusione delle forme non standard, le innovazioni tecnologiche che mettono ad alto rischio di automazione il 15% dei posti di lavoro nei prossimi 15‐20 anni, sono solo alcuni dei trend in atto. L’Italia è al 28° posto tra i Paesi dell’UE‐28 nell’Indice che valuta la capacità di un Paese nel favorire la transizione da istruzione a mercato del lavoro e il tasso di occupazione degli stranieri è tra i più bassi in Europa (60,9%). I divari di genere nel mercato del lavoro causano un costo di oltre 176,5 miliardi di Euro per il sistema‐Paese. Un punto chiave della discussione al Forum ha riguardato la necessità di una ricalibratura del sistema di welfare rispetto ai nuovi bisogni per garantirne la sostenibilità nel medio‐lungo termine. Occorre un intervento immediato per modificare il modello di welfare integrando i diversi attori (pubblico, privato, no‐profit e Unione Europea), per offrire ai cittadini le migliori e le più moderne risposte universalistiche di protezione sociale.

La fotografia tendenziale scattata dal Rapporto all’Italia del welfare al 2050 mostra infatti caratteristiche molto diverse da quella attuale. Dal punto di vista demografico, ci saranno 36.000 nascite annue in meno e 2,9 milioni di anziani non autosufficienti in più. Il tasso di dipendenza strutturale subirà un incremento di ben 27,2 punti percentuali rispetto a quello attuale. Il numero di stranieri salirà a circa 10,3 milioni (1 ogni 6 abitanti), anche se il contributo dell’immigrazione all’equilibrio demografico del Paese è ancora troppo basso e, nel tempo, si sta indebolendo. La combinazione di trend demografici e cambiamenti nel mercato del lavoro porterà nel 2050 ad un calo di ben 7,4 milioni di persone in età lavorativa e 2,3 milioni di occupati in meno. Nel complesso, si arriverà ad un rapporto di 1,1 pensionati per ogni lavoratore con necessarie conseguenze sul sistema previdenziale che, da un lato, vedrà aumentare di 1,3 p.p. l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL e, dall’altro, andrà verso una riduzione del tasso di sostituzione di circa 15 p.p. rafforzando il senso di urgenza per accrescere la componente di previdenza integrativa. Le dinamiche economiche, inoltre, proiettano il raddoppio dei costi attuali in Long Term Care e 5,7 milioni di nuovi poveri che si andrebbero ad aggiungere al numero odierno. Il Think Tank “Welfare, Italia” delinea una visione che suggerisce un’evoluzione verso una maggiore flessibilità e personalizzazione delle prestazioni, un’integrazione funzionale tra pubblico e privato, una ridefinizione dei ruoli – nella direzione di una maggiore complementarietà – e un percorso di autoresponsabilizzazione di cittadini e imprese.

Tra le linee d’azione suggerite per la piena realizzazione della visione evolutiva vi è, inoltre, il lancio di un Welfare New Deal, un piano di intervento congiunto, con risorse a livello nazionale ed europeo, per cui è richiesto un atto di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo. La transizione ad un welfare più inclusivo e sostenibile, inoltre, non può che passare da una riduzione dei forti divari del Paese, in molte aree fondamentali dello sviluppo: in Italia i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano sono il 25,5%, ma in alcune Regioni del Sud superano il 40%, generando costi per il sistema‐Paese pari ad oltre 21 miliardi di Euro. Le famiglie italiane, soprattutto nel Mezzogiorno, tra il 2001 e il 2017 hanno perso tra 16 e 29 punti percentuali di reddito netto disponibile rispetto ad alcuni Paesi europei. Dalla ricerca emerge che se l’Italia, ottimizzando il sistema di welfare riducesse alcuni dei gap attuali in molte aree fondamentali dello sviluppo (occupazione femminile e giovanile, povertà, formazione, ecc.) si genererebbe un impatto positivo pari a oltre il 13% del PIL.

(Foto e immagini canali Twitter Unipol Gruppo)

https://youtu.be/UTSP0xPcy0E


Il valore della rappresentanza e le politiche per i giovani nel patto per il lavoro dell'Emilia-Romagna

Venerdì 6 dicembre 2019 ore 11-30-13.00 presso il Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l'Economia Sociale (via Mentana 2 Bologna).

Presentazione della ricerca:

Il valore della rappresentanza e le politiche per i giovani nel patto per il lavoro dell'Emilia-Romagna

 


Sicurstrada Live ha fatto tappa a Nuoro e Oristano

​​​​​​​Nel 2018 si sono verificati in Sardegna 3.461 incidenti stradali che hanno causato il decesso di 105 persone e il ferimento di altre 5.046, con un aumento delle vittime della strada del 16,7% rispetto al 2017, in controtendenza rispetto alla media nazionale che ha fatto registrare un calo dell'1,6%. In particolare, nella provincia di Nuoro lo scorso anno ci sono stati 377 incidenti stradali con 12 morti e 557 feriti, mentre a Oristano 203 incidenti con 8 morti e 285 feriti. ​Sono i dati appena pubblicati da Istat nel suo Focus dedicato allo stato dell'incidentalità stradale in Sardegna. ​ ​

​Dopo ​​​gli incontri ​a Maniago, Spilimbergo​​, Locri e Trapani, sono proprio le due cittadine sarde che hanno ospitato dal 26 al 28 novembre gli appuntamenti del progetto Sicurstrada Live nell'ambito di sicurstrada, il programma di Fondazione Unipolis​ - Fondazione d'impresa del Gruppo Unipol - che sensibilizza i cittadini sui temi della mobilità sicura e sostenibile. Le iniziative sul territorio sardo sono state organizzate in collaborazione con il Consiglio Regionale Unipol (CRU) Sardegna e undici locali Agenzie UnipolSai, con il patrocinio dei Comuni di Nuoro e Oristano. Le iniziative sul territorio sono, fin dal 2012, un'azione fondamentale di sicurstrada, che hanno coinvolto 17 regioni, 55 città, e formato circa 6.000 ragazzi in 28 scuole diverse.

La sicurezza stradale in Sardegna mostra luci e ombre, evidenti anche facendo un confronto con gli obiettivi europei di dimezzamento del numero di morti per incidente stradale. Infatti, rispetto a quanto prevedono i Programmi d'azione europei per la sicurezza stradale, in Sardegna nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 50%, più della media nazionale che è del -42,0%, mentre nel periodo 2010-2018, principalmente a causa dei dati del 2018, i decessi sono calati solo dello 0,9%, rispetto alla media italiana di -19%.

Anche per quanto riguarda l'utenza vulnerabile la Sardegna non presenta dati omogenei. Così, se da un lato nel 2018 la percentuale di bambini, giovani e anziani deceduti in incidenti stradali è inferiore alla media nazionale (39% contro 45,3%), negli ultimi otto anni la percentuale di pedoni deceduti è raddoppiata passando da 10,4% a 20,0%.

Questa complessa situazione spiega le motivazioni che stanno alla base delle iniziative organizzate con gli studenti di Nuoro e a Oristano. Si è partito dal capoluogo barbaricino, il 26 novembre, con i ragazzi del Liceo Linguistico “Maria Immacolata", per poi proseguire il 27 novembre  con gli studenti dell'Istituto Tecnico Commerciale “Salvatore Satta". Appuntamento poi ad Oristano, il 28 novembre, per due iniziative che hanno coinvolto gli studenti dell'I.I.S. Liceo Scientifico “Mariano IV d'Arborea" e del Liceo Classico “S.A. De Castro".

Quattro momenti in cui i ragazzi hanno potuto confrontarsi sui temi della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile, analizzare i lavori multimediali che loro coetanei di altre parti d'Italia hanno realizzato per il contest La sicurezza si fa strada​ e mettersi alla prova con il simulatore di guida Safety Drive​ di Unipolis, un software fra i più avanzati a livello europeo che permette agli studenti di imm​edesimarsi in diverse situazioni comportamentali e ambientali critiche sul la strada. Per poter poi proseguire la formazione e l'esperienza del simulatore in autonomia, il software è stato donato da Fondazione Unipolis alle scuole partecipanti, mentre le locali Agenzie UnipolSai  hanno donato i supporti tecnici necessari.

Durante le iniziative sono intervenuti il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il Sindaco di Oristano Andrea Lutzu, l'Assessore Maria Giuseppa Boi del Comune di Nuoro, i rappresentanti delle Polizie Locali, i Dirigenti scolastici delle scuole coinvolte, il Presidente di CRU e Legacoop Sardegna Claudio Atzori, Fausto Sacchelli e Francesco Moledda di Fondazione Unipolis e i rappresentanti del movimento nuorese #AdessoBasta, voluto da Giovanni Pintor, che si impegna a tenere alta l'attenzione sui temi della sicurezza stradale, in particolare tra le ragazze e i ragazzi.

La scelta di coinvolgere i giovanissimi nasce anche da quanto evidenzia il più recente report annuale di ACI e Istat: sono proprio i giovani quelli che pagano il prezzo il prezzo più alto sulle strade: 63,8 morti per milione di abitanti, contro una media generale di 55,2 e con un aumento del 25,4% delle vittime nella fascia 15–19 anni rispetto al 2017.

Ma non solo i giovani sono colpiti. Gli indici di mortalità sono elevati anche per le fasce d'età più mature, sempre sopra la media dai 65 anni in su. Infatti, in Sardegna il tasso di mortalità per la fascia di età over 65 è pari a 7,7 morti per 100mila abitanti, più alto rispetto alla media generale regionale di 6,4 e rispetto a quella nazionale di 5,5 (quella europea è 4,9). Inoltre c'è da sottolineare che il 47,6% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene proprio alla classe over 65 anni.

Ecco quindi che la tappa di Oristano è stata l'occasione per riflettere con la cittadinanza attraverso un incontro dedicato proprio alla terza età. Organizzato con CRU Sardegna, SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil, il dibattito “La sicurezza delle persone sulla strada: anziani e mobilità" si è svolto il 28 novembre dalle 15 alle 17 nella Sala Consiliare del Comune di Oristano. Durante l'incontro sono stati presentati i risultati di Cambiamo strade​, ricerca di Unipolis che analizza l'attuale stato della sicurezza sulla strada degli anziani, in rapporto alle altre fasce d'età, con una preoccupante proiezione dei dati fino al 2050.

Di seguito alcune locandine e foto degli eventi (fonte foto canale Twitter Sicurstrada)

 

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