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Lavoro, casa e futuro: sfide di una generazione in bilico
Giovani protagonisti del convegno CRU Unipol Trento. Un laboratorio critico per costruire un futuro più equo e sostenibile.
“Work in Progress. Lavoro, casa e futuro: sfide di una generazione in bilico” è stato il tema al centro dell’incontro, promosso dal Consiglio Regionale Unipol Trento (CRU), che si è svolto oggi presso la sede Impact Hub di Trento. Un laboratorio di confronto tra esperti, rappresentanti del mondo del lavoro, studenti e istituzioni sui grandi temi del presente: salario minimo e salario giusto, precarietà, accesso alla casa, caro affitti e futuro delle pensioni.
Giulia Casonato, Assessora alle Politiche sociali, Casa e Partecipazione del Comune di Trento, ha dichiarato: “Il tema della casa per noi è centrale: stiamo lavorando a nuovi strumenti e di recente c’è stata l’adesione alla Fondazione Trentino Abitare, che mira a dare risposte concrete alla fascia grigia. Ma vogliamo portare avanti anche altre azioni, perché lo sviluppo della nostra città non può avvenire a spese dei più fragili. E oggi, tra questi, ci sono anche i più giovani.”
Sono intervenuti inoltre: Luca Giordano, Head of CSR Unipol; Walter Largher, Presidente del CRU Trento; Valentina Burigana, Stakeholder Management CRU; Alessandra Proto, Head of OECD Trento Centre for Local Development, OECD-OCDE; Andrea Garnero, economista e autore di “La questione salariale”; Stefania Terlizzi, Dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro di Trento; Filippo Gioachin, ricercatore UNITN; Denisa Cracut, rappresentante sindacale UNITIN (Rete degli studenti universitari del Trentino); Clara Venturini, rappresentante sindacale UDU (Unione degli Universitari di Trento); Tommaso Baldo, rappresentante Sportello Casa; Italo Monfredini, Vicepresidente vicario della Federazione della Cooperazione Trentina; Massimo Di Braccio, sociologo e fondatore di Kkienn – Connecting People and Companies; Sara Hejazi, antropologa e ricercatrice FBK.
Nel corso dell’incontro è emerso come il mercato del lavoro trentino, pur presentando buoni livelli occupazionali, sia caratterizzato da un equilibrio fragile e alle prese con una significativa carenza di manodopera. L’indice di tensione del mercato del lavoro in Trentino, ovvero l’indicatore che misura quanto sia difficile per le imprese trovare lavoratori disponibili, risulta infatti doppio rispetto alla media italiana, pur restando molto inferiore a quello dell’Alto Adige.
Nel 2023, oltre il 42% delle imprese ha segnalato notevoli difficoltà nel reperire lavoratori idonei, registrando ritardi superiori ai 3 mesi per la copertura dei posti vacanti. Le carenze sono particolarmente diffuse nel settore edile e manifatturiero, con oltre il 60% delle assunzioni che presentano difficoltà, e tra le imprese che cercano personale altamente qualificato: per figure come architetti, ingegneri e operatori sanitari circa l’80% delle assunzioni presenta criticità.
In un contesto in cui i salari in Italia negli ultimi anni non sono cresciuti, i dati presentati nel corso dell’evento hanno evidenziato come la retribuzione media in Trentino sia in linea con quella del Nord-Est ma lontana da quella dell’Alto Adige. Secondo l’analisi OCSE, il salario mediano in Trentino è inoltre inferiore del 7% alla media italiana, un divario spiegato quasi interamente dalla composizione della forza lavoro – più giovane e più internazionale – e dalla dimensione ridotta delle imprese. Un ulteriore elemento critico riguarda l’allocazione delle competenze: i lavoratori più qualificati non sempre trovano impiego nelle aziende più produttive, soprattutto nelle valli, riducendo la crescita dei salari e alimentando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
In particolare, i giovanissimi fino a 24 anni restano particolarmente esposti al rischio di bassi salari, mentre per i giovani under 30 permane l’incertezza legata alla possibilità di ottenere un impiego a tempo indeterminato. Anche la ridotta dimensione del tessuto produttivo contribuisce alla vulnerabilità: le imprese manifatturiere trentine registrano infatti una media di 10.3 addetti, contro i 12.0 del Nord-Est.
Risulta emblematica la percentuale di spesa dedicata alla Ricerca & Sviluppo da parte delle imprese sul territorio trentino, che arriva solo al 41.5%; un dato inferiore rispetto alla media italiana (59.6%) e significativamente più basso rispetto alla media del Nord Italia che arriva al 71.1%.
Il territorio mostra inoltre una scarsa capacità di trattenere i talenti formati localmente: la maggioranza degli studenti, una volta laureati, preferisce lavorare fuori regione. A incidere sono anche le barriere materiali e immateriali che limitano la mobilità professionale: solo il 37% dei lavoratori trova l’attuale impiego attraverso canali formali, un dato che segnala una minore circolazione delle opportunità rispetto ai mercati più dinamici e che si intreccia con i costi degli alloggi e il difficile pendolarismo dalle aree periferiche.
Nel corso del convegno, Luca Giordano, Head of Corporate Social Responsibility di Unipol ha dichiarato: «La sicurezza, oggi, non è più solo protezione dal rischio: è capacità di progettare futuro, benessere e sostenibilità. Con i CRU Unipol rafforziamo questo impegno vicino alle comunità, offrendo strumenti concreti e affrontando temi decisivi come la sicurezza previdenziale delle nuove generazioni. I dati ci dicono che circa la metà dei giovani sa realmente cosa sia una forma di previdenza integrativa e che l’adesione effettiva è ancora molto bassa: un deficit di protezione che rischia di ampliarsi negli anni a venire. Per questo è essenziale accompagnarli con maggiore educazione finanziaria e con soluzioni semplici, trasparenti e accessibili, capaci di trasformare il risparmio in un vero investimento sul loro futuro».
Attraverso questo tipo di iniziative, il CRU Unipol Trento invita a ripensare il futuro, costruendo una società più equa, capace di garantire dignità, sicurezza e opportunità alle nuove generazioni.
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Giovani protagonisti del convegno CRU Unipol Trento. Un laboratorio critico per costruire un futuro più equo e sostenibile.
“Work in Progress. Lavoro, casa e futuro: sfide di una generazione in bilico” è stato il tema al centro dell’incontro, promosso dal Consiglio Regionale Unipol Trento (CRU), che si è svolto oggi presso la sede Impact Hub di Trento. Un laboratorio di confronto tra esperti, rappresentanti del mondo del lavoro, studenti e istituzioni sui grandi temi del presente: salario minimo e salario giusto, precarietà, accesso alla casa, caro affitti e futuro delle pensioni.
Giulia Casonato, Assessora alle Politiche sociali, Casa e Partecipazione del Comune di Trento, ha dichiarato: “Il tema della casa per noi è centrale: stiamo lavorando a nuovi strumenti e di recente c’è stata l’adesione alla Fondazione Trentino Abitare, che mira a dare risposte concrete alla fascia grigia. Ma vogliamo portare avanti anche altre azioni, perché lo sviluppo della nostra città non può avvenire a spese dei più fragili. E oggi, tra questi, ci sono anche i più giovani.”
Sono intervenuti inoltre: Luca Giordano, Head of CSR Unipol; Walter Largher, Presidente del CRU Trento; Valentina Burigana, Stakeholder Management CRU; Alessandra Proto, Head of OECD Trento Centre for Local Development, OECD-OCDE; Andrea Garnero, economista e autore di “La questione salariale”; Stefania Terlizzi, Dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro di Trento; Filippo Gioachin, ricercatore UNITN; Denisa Cracut, rappresentante sindacale UNITIN (Rete degli studenti universitari del Trentino); Clara Venturini, rappresentante sindacale UDU (Unione degli Universitari di Trento); Tommaso Baldo, rappresentante Sportello Casa; Italo Monfredini, Vicepresidente vicario della Federazione della Cooperazione Trentina; Massimo Di Braccio, sociologo e fondatore di Kkienn – Connecting People and Companies; Sara Hejazi, antropologa e ricercatrice FBK.
Nel corso dell’incontro è emerso come il mercato del lavoro trentino, pur presentando buoni livelli occupazionali, sia caratterizzato da un equilibrio fragile e alle prese con una significativa carenza di manodopera. L’indice di tensione del mercato del lavoro in Trentino, ovvero l’indicatore che misura quanto sia difficile per le imprese trovare lavoratori disponibili, risulta infatti doppio rispetto alla media italiana, pur restando molto inferiore a quello dell’Alto Adige.
Nel 2023, oltre il 42% delle imprese ha segnalato notevoli difficoltà nel reperire lavoratori idonei, registrando ritardi superiori ai 3 mesi per la copertura dei posti vacanti. Le carenze sono particolarmente diffuse nel settore edile e manifatturiero, con oltre il 60% delle assunzioni che presentano difficoltà, e tra le imprese che cercano personale altamente qualificato: per figure come architetti, ingegneri e operatori sanitari circa l’80% delle assunzioni presenta criticità.
In un contesto in cui i salari in Italia negli ultimi anni non sono cresciuti, i dati presentati nel corso dell’evento hanno evidenziato come la retribuzione media in Trentino sia in linea con quella del Nord-Est ma lontana da quella dell’Alto Adige. Secondo l’analisi OCSE, il salario mediano in Trentino è inoltre inferiore del 7% alla media italiana, un divario spiegato quasi interamente dalla composizione della forza lavoro – più giovane e più internazionale – e dalla dimensione ridotta delle imprese. Un ulteriore elemento critico riguarda l’allocazione delle competenze: i lavoratori più qualificati non sempre trovano impiego nelle aziende più produttive, soprattutto nelle valli, riducendo la crescita dei salari e alimentando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
In particolare, i giovanissimi fino a 24 anni restano particolarmente esposti al rischio di bassi salari, mentre per i giovani under 30 permane l’incertezza legata alla possibilità di ottenere un impiego a tempo indeterminato. Anche la ridotta dimensione del tessuto produttivo contribuisce alla vulnerabilità: le imprese manifatturiere trentine registrano infatti una media di 10.3 addetti, contro i 12.0 del Nord-Est.
Risulta emblematica la percentuale di spesa dedicata alla Ricerca & Sviluppo da parte delle imprese sul territorio trentino, che arriva solo al 41.5%; un dato inferiore rispetto alla media italiana (59.6%) e significativamente più basso rispetto alla media del Nord Italia che arriva al 71.1%.
Il territorio mostra inoltre una scarsa capacità di trattenere i talenti formati localmente: la maggioranza degli studenti, una volta laureati, preferisce lavorare fuori regione. A incidere sono anche le barriere materiali e immateriali che limitano la mobilità professionale: solo il 37% dei lavoratori trova l’attuale impiego attraverso canali formali, un dato che segnala una minore circolazione delle opportunità rispetto ai mercati più dinamici e che si intreccia con i costi degli alloggi e il difficile pendolarismo dalle aree periferiche.
Nel corso del convegno, Luca Giordano, Head of Corporate Social Responsibility di Unipol ha dichiarato: «La sicurezza, oggi, non è più solo protezione dal rischio: è capacità di progettare futuro, benessere e sostenibilità. Con i CRU Unipol rafforziamo questo impegno vicino alle comunità, offrendo strumenti concreti e affrontando temi decisivi come la sicurezza previdenziale delle nuove generazioni. I dati ci dicono che circa la metà dei giovani sa realmente cosa sia una forma di previdenza integrativa e che l’adesione effettiva è ancora molto bassa: un deficit di protezione che rischia di ampliarsi negli anni a venire. Per questo è essenziale accompagnarli con maggiore educazione finanziaria e con soluzioni semplici, trasparenti e accessibili, capaci di trasformare il risparmio in un vero investimento sul loro futuro».
Attraverso questo tipo di iniziative, il CRU Unipol Trento invita a ripensare il futuro, costruendo una società più equa, capace di garantire dignità, sicurezza e opportunità alle nuove generazioni.
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