
Gruppo Unipol al Minore Festival: la responsabilità sociale tra rigenerazione urbana e fragilità delle comunità
Il 20 settembre, a Monticiano (SI), nell’ambito del Minore Festival – Il festival dei beni culturali e delle comunità per il patrimonio, si è svolta la tavola rotonda “La Convenzione di Faro e la tutela del patrimonio culturale”.
All’Auditorium del Museo della Biodiversità si sono confrontati esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, della società civile e della Chiesa su un tema cruciale: come dare nuova vita al patrimonio culturale e, al tempo stesso, rafforzare le comunità che lo custodiscono.
Tra i relatori, Luca Giordano, Head of Corporate Social Responsibility del Gruppo Unipol, ha portato l’esperienza del Gruppo impegnato in percorsi di rigenerazione urbana e responsabilità sociale.
«Unipol dispone di un patrimonio immobiliare di grande valore ed è fortemente impegnata nella rigenerazione urbana e delle periferie.» ha ricordato Giordano, citando progetti come l’Urban Hub di Milano e iniziative di co-living, ma anche interventi su aree industriali recuperate a spazi culturali e sociali.» – ha ricordato Giordano, citando progetti come l’Urban Hub di Milano e iniziative di co-living, ma anche interventi su aree industriali recuperate a spazi culturali e sociali.
L’impegno del Gruppo si lega alla sostenibilità: «Abbiamo già ridotto le emissioni del nostro patrimonio immobiliare del 50%, puntiamo al 63% entro il 2030 e alla neutralità climatica nel 2050.» Una strategia che, come ha spiegato, va oltre i numeri: «Lo facciamo nello spirito della Convenzione di Faro, per ricucire spazi e comunità, restituire identità e preservare i luoghi del passato per dargli un futuro.»
Nel suo intervento, Giordano ha sottolineato anche il legame con la missione stessa degli assicuratori: «Il nostro business viene considerato il business paziente, perché abbiamo un orizzonte lungo: accompagniamo le persone e le comunità per decenni, dalle fasi di crescita fino alle fragilità della maturità.»
Da qui l’accento sulla necessità di attivare percorsi di consapevolezza con le comunità, non solo per il recupero dei luoghi ma anche per affrontare temi come il cambiamento climatico, la salute, la previdenza. Un esempio concreto è il progetto Libreria Sfusa, che porta i libri nei piccoli borghi privi di punti vendita tradizionali, trasformandoli in catalizzatori di cultura e partecipazione.
«I luoghi non sono solo beni da valorizzare, ma incubatori di consapevolezza» – ha concluso Giordano – «per questo abbiamo bisogno di partnership pubblico-private capaci di costruire insieme un’infrastruttura di resilienza che parte dai territori, ma soprattutto dalle persone.»
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Il 20 settembre, a Monticiano (SI), nell’ambito del Minore Festival – Il festival dei beni culturali e delle comunità per il patrimonio, si è svolta la tavola rotonda “La Convenzione di Faro e la tutela del patrimonio culturale”.
All’Auditorium del Museo della Biodiversità si sono confrontati esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, della società civile e della Chiesa su un tema cruciale: come dare nuova vita al patrimonio culturale e, al tempo stesso, rafforzare le comunità che lo custodiscono.
Tra i relatori, Luca Giordano, Head of Corporate Social Responsibility del Gruppo Unipol, ha portato l’esperienza del Gruppo impegnato in percorsi di rigenerazione urbana e responsabilità sociale.
«Unipol dispone di un patrimonio immobiliare di grande valore ed è fortemente impegnata nella rigenerazione urbana e delle periferie.» ha ricordato Giordano, citando progetti come l’Urban Hub di Milano e iniziative di co-living, ma anche interventi su aree industriali recuperate a spazi culturali e sociali.» – ha ricordato Giordano, citando progetti come l’Urban Hub di Milano e iniziative di co-living, ma anche interventi su aree industriali recuperate a spazi culturali e sociali.
L’impegno del Gruppo si lega alla sostenibilità: «Abbiamo già ridotto le emissioni del nostro patrimonio immobiliare del 50%, puntiamo al 63% entro il 2030 e alla neutralità climatica nel 2050.» Una strategia che, come ha spiegato, va oltre i numeri: «Lo facciamo nello spirito della Convenzione di Faro, per ricucire spazi e comunità, restituire identità e preservare i luoghi del passato per dargli un futuro.»
Nel suo intervento, Giordano ha sottolineato anche il legame con la missione stessa degli assicuratori: «Il nostro business viene considerato il business paziente, perché abbiamo un orizzonte lungo: accompagniamo le persone e le comunità per decenni, dalle fasi di crescita fino alle fragilità della maturità.»
Da qui l’accento sulla necessità di attivare percorsi di consapevolezza con le comunità, non solo per il recupero dei luoghi ma anche per affrontare temi come il cambiamento climatico, la salute, la previdenza. Un esempio concreto è il progetto Libreria Sfusa, che porta i libri nei piccoli borghi privi di punti vendita tradizionali, trasformandoli in catalizzatori di cultura e partecipazione.
«I luoghi non sono solo beni da valorizzare, ma incubatori di consapevolezza» – ha concluso Giordano – «per questo abbiamo bisogno di partnership pubblico-private capaci di costruire insieme un’infrastruttura di resilienza che parte dai territori, ma soprattutto dalle persone.»
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