Una capitale sostenibile. Quali strategie di sviluppo per Roma e il Lazio?


27 Ottobre 2022|5 Minuti

Si è svolto lo scorso martedì 25 ottobre a Roma presso la Camera di Commercio, l’evento organizzato dal CRU Lazio nell’ambito del Festival Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) dal titolo “Una capitale sostenibile. Quali strategie di sviluppo per Roma e il Lazio?”

In un contesto pieno di difficoltà e incertezze è indispensabile rispondere alle necessità prospettate dalla congiuntura, ma è altrettanto importante agire per promuovere le trasformazioni in grado di dare slancio allo sviluppo di Roma e del Lazio. L’economia romana è cresciuta nel decennio pre-Covid 19 del 5,3%, molto meno delle altre grandi metropoli italiane ed europee, mantenendo il tasso d’occupazione lontano da livelli accettabili di sostenibilità sociale. Inoltre, il peso della crisi energetica sulle condizioni familiari è aggravato nel Lazio dalla bassa incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi elettrici ). Questi e altri fattori incidono sulla qualità sociale complessiva. L’obiettivo del workshop è stato quindi quello di focalizzare e discutere alcuni punti inaggirabili, adeguando all’attuale contesto alcune linee di azione del Patto per il Lavoro e la Sostenibilità a suo tempo proposto e sottoscritto dal Cru Lazio.

L’incontro, che ha rappresento una prima tappa del percorso Ecoslab ’22-’23, è stato anche l’occasione per la presentazione della ricerca di Giuseppe Roma, presidente di Rur, Rete urbana delle rappresentanze, lo studio è stato commissionato dal CRU Unipol Lazio attualmente presieduto da Alberto Civica (la ricerca completa  in formato pdf è scaricabile qui; le slide di presentazione di Giuseppe Roma sono scaricabili qui).

Alcuni dati che emergono dalla ricerca. Ogni romano produce mediamente 558 chili di immondizia l’anno contro 486 chili per abitante di Napoli e i 479 di Milano, anche se Roma “ha tanti popolazioni, compresi i turisti che nelle altre città sono in misura minore”, come spiega Giuseppe Roma.

Ma non solo nell’immondizia c’è un divario, con le altre città o regioni italiane, anche nella stessa produzione di energia elettrica: pur avendo nell’ultimo decennio il Lazio triplicato l’incidenza delle fonti rinnovabili, che passano dal 9,4% del 2010 all’attuale 27,9%, la regione resta sempre lontana dai valori raggiunti in altre regioni, e si trova al dodicesimo posto con 12.789 gigawatt/ora. E su questo totale solo l’1,1% è generato dall’eolico, il 13,9% dal fotovoltaico e per il 6,9% dall’idrico.

Se poi si considera l’efficienza della rete idrica, Roma presenta una dispersione piuttosto notevole rispetto le performance di altre aree metropolitane, perché dell’acqua immessa in rete viene regolarmente erogata in una quota del 54,9%, contro il 58,5% di Napoli e l’81,3 di Milano. In pratica vi è una dispersione di circa il 45%.

La prima a rispondere, tra il vasto parterre di industriali, sindacati e assessori, è Anna Donati, la presidente di «Roma servizi per la mobilità» che per la chiusura dell’anello ferroviario promette che si è in dirittura di arrivo visto che «ci sono le risorse ed è inserito nel Pnrr» oltre a parlare di 50 milioni di investimenti per 50 chilometri di nuove ferrovie.

La vicepresidente di Unindustria Sabrina Florio ha invece ricordato «la sfida sostenibile delle aziende» , soprattutto quelle farmaceutiche come la sua, che hanno ridotto del 30% le emissioni e del 59% il consumo energetico, mentre l’occupazione è pari al 61,6% tornando al livello del 2019.

L’assessore comunale alle Attività produttive, Monica Lucarelli, ha sottolineato «le difficoltà di spesa dell’amministrazione» per cui si pensa all’inserimento di nuovi dirigenti tecnici.

Claudio Di Berardino, l’assessore regionale al Lavoro ha poi annunciato il rinnovamento dei treni regionali per 500 milioni e di altri 300 milioni previsti per l’efficientamento energetico anche degli edifici scolastici, oltre che di 20 mila alberi piantati.

Ma “a Roma è tutto fuori scala – ha infine conclude il segretario della Cna Stefano Di Niola -. “Dobbiamo affrontare i problemi anche partendo dai municipi”.

 


Una capitale sostenibile. Quali strategie di sviluppo per Roma e il Lazio?


CRU unipol|27 Ottobre 2022|5 Minuti

Si è svolto lo scorso martedì 25 ottobre a Roma presso la Camera di Commercio, l’evento organizzato dal CRU Lazio nell’ambito del Festival Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) dal titolo “Una capitale sostenibile. Quali strategie di sviluppo per Roma e il Lazio?”

In un contesto pieno di difficoltà e incertezze è indispensabile rispondere alle necessità prospettate dalla congiuntura, ma è altrettanto importante agire per promuovere le trasformazioni in grado di dare slancio allo sviluppo di Roma e del Lazio. L’economia romana è cresciuta nel decennio pre-Covid 19 del 5,3%, molto meno delle altre grandi metropoli italiane ed europee, mantenendo il tasso d’occupazione lontano da livelli accettabili di sostenibilità sociale. Inoltre, il peso della crisi energetica sulle condizioni familiari è aggravato nel Lazio dalla bassa incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi elettrici ). Questi e altri fattori incidono sulla qualità sociale complessiva. L’obiettivo del workshop è stato quindi quello di focalizzare e discutere alcuni punti inaggirabili, adeguando all’attuale contesto alcune linee di azione del Patto per il Lavoro e la Sostenibilità a suo tempo proposto e sottoscritto dal Cru Lazio.

L’incontro, che ha rappresento una prima tappa del percorso Ecoslab ’22-’23, è stato anche l’occasione per la presentazione della ricerca di Giuseppe Roma, presidente di Rur, Rete urbana delle rappresentanze, lo studio è stato commissionato dal CRU Unipol Lazio attualmente presieduto da Alberto Civica (la ricerca completa  in formato pdf è scaricabile qui; le slide di presentazione di Giuseppe Roma sono scaricabili qui).

Alcuni dati che emergono dalla ricerca. Ogni romano produce mediamente 558 chili di immondizia l’anno contro 486 chili per abitante di Napoli e i 479 di Milano, anche se Roma “ha tanti popolazioni, compresi i turisti che nelle altre città sono in misura minore”, come spiega Giuseppe Roma.

Ma non solo nell’immondizia c’è un divario, con le altre città o regioni italiane, anche nella stessa produzione di energia elettrica: pur avendo nell’ultimo decennio il Lazio triplicato l’incidenza delle fonti rinnovabili, che passano dal 9,4% del 2010 all’attuale 27,9%, la regione resta sempre lontana dai valori raggiunti in altre regioni, e si trova al dodicesimo posto con 12.789 gigawatt/ora. E su questo totale solo l’1,1% è generato dall’eolico, il 13,9% dal fotovoltaico e per il 6,9% dall’idrico.

Se poi si considera l’efficienza della rete idrica, Roma presenta una dispersione piuttosto notevole rispetto le performance di altre aree metropolitane, perché dell’acqua immessa in rete viene regolarmente erogata in una quota del 54,9%, contro il 58,5% di Napoli e l’81,3 di Milano. In pratica vi è una dispersione di circa il 45%.

La prima a rispondere, tra il vasto parterre di industriali, sindacati e assessori, è Anna Donati, la presidente di «Roma servizi per la mobilità» che per la chiusura dell’anello ferroviario promette che si è in dirittura di arrivo visto che «ci sono le risorse ed è inserito nel Pnrr» oltre a parlare di 50 milioni di investimenti per 50 chilometri di nuove ferrovie.

La vicepresidente di Unindustria Sabrina Florio ha invece ricordato «la sfida sostenibile delle aziende» , soprattutto quelle farmaceutiche come la sua, che hanno ridotto del 30% le emissioni e del 59% il consumo energetico, mentre l’occupazione è pari al 61,6% tornando al livello del 2019.

L’assessore comunale alle Attività produttive, Monica Lucarelli, ha sottolineato «le difficoltà di spesa dell’amministrazione» per cui si pensa all’inserimento di nuovi dirigenti tecnici.

Claudio Di Berardino, l’assessore regionale al Lavoro ha poi annunciato il rinnovamento dei treni regionali per 500 milioni e di altri 300 milioni previsti per l’efficientamento energetico anche degli edifici scolastici, oltre che di 20 mila alberi piantati.

Ma “a Roma è tutto fuori scala – ha infine conclude il segretario della Cna Stefano Di Niola -. “Dobbiamo affrontare i problemi anche partendo dai municipi”.