Il Senato italiano segnala i limiti dell’azione europea per la sostenibilità

Il Senato italiano segnala i limiti dell’azione europea per la sostenibilità

La Commissione Ambiente di Palazzo Madama ha approvato una risoluzione che commenta il piano della Commissione europea, formulando osservazioni in linea con i rilievi presentati dall’ASviS (l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).

Il pacchetto sviluppo della Commissione europea si compone di tre comunicazioni presentate il 22 novembre 2016 alle istituzioni dell’Unione: la prima sulle prossime tappe per un futuro sostenibile europeo, la seconda dedicata ad un nuovo consensus europeo sullo sviluppo e la terza relativa ad un rinnovato partenariato con i Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, i cosiddetti Paesi ACP.

La prima di queste tre comunicazioni aveva come oggetto l’inquadramento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dall’Agenda 2030 tra le dieci priorità della Commissione Juncker ed è stata sottoposta al parere parlamentare della 13° Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, in quanto atto preparatorio della legislazione euro-unitaria.

Fin dal periodo immediatamente successivo alla sua pubblicazione, la Comunicazione della Commissione Ue è parsa poco incisiva nella definizione delle prossime tappe per l’implementazione dell’Agenda 2030 a livello europeo.

La 13° Commissione permanente, nonostante l’effettiva presenza di punti di contatto tra i contenuti dell’Agenda 2030 e le dieci Priorità della Commissione, specialmente in campo climatico, ha rilevato diverse mancanze all’interno della Comunicazione. In particolare, recependo tra l’altro le osservazioni proposte dall’ASviS nella persona del Portavoce Enrico Giovannini in sede di audizione il primo marzo, la Commissione ha obiettato come manchi del tutto un richiamo esplicito, “imprescindibile per questa Commissione”, al ruolo delle imprese nel conseguimento degli Obiettivi. Ma ancora, viene rilevata l’assenza di un riferimento al ruolo delle istituzioni europee in quei campi di intervento degli Obiettivi che, nella distribuzione delle competenze, riguardino gli Stati membri: per la Commissione Ambiente, il ruolo dell’Unione dovrebbe essere quello di “stimolare l’azione degli Stati membri e renderne coerenti le politiche intraprese”.

Fonte sito web ASVIS

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